Corrado Farina, Territory Manager per l’Italia della tedesca ReLicense, illustra come la pratica di acquistare (ma anche di cedere) licenze software sia ormai legalmente riconosciuta a livello internazionale. E anche come permetta significativi risparmi.
Una sentenza
della Corte Europea di Giustizia del luglio 2012 ha equiparato le licenze software agli altri asset aziendali, con la
possibilità quindi di iscriverle a
bilancio e di trasferirle ad altre realtà.
In questo
modo è stata ufficialmente sancita la legalità della vendita delle licenze
software usate. “E ciò ha dato un’ulteriore
spinta a un business che attualmente vale 2 miliardi di euro
a livello mondiale, concentrati principalmente in Europa”, afferma Corrado Farina, Territory Manager per
l’Italia di ReLicense, azienda tedesca che opera dal 2008 nell’ambito della
compravendita di licenze software, una pratica che si è inizialmente diffusa in
Germania e Svizzera e poi si è gradualmente estesa agli
altri paesi del Continente. Per l’Italia si tratta un metodo ancora
piuttosto nuovo.
“Oggi ReLicense è presente in tutta Europa
– precisa Farina -, vendiamo licenze e
contratti in volume in tutti i Paesi. Noi siamo specializzati in software Microsoft e i nostri clienti sono
esclusivamente aziende con un minimo di 50 postazioni. A queste realtà
offriamo un’opportunità molto importante: comprare prodotti usati ma nuovi a
tutti gli effetti, risparmiando dal 40 a 70 per cento rispetto all’acquisto
presso il vendor. E ciò, in un periodo come quello attuale, può essere un vantaggio
non da poco”.
Le licenze
commercializzate da ReLicense sono acquistate in tutta Europa. “Paghiamo
sempre in contanti – precisa Farina -. Spesso la cessione del software
non è totale, ma parziale perché le aziende che vendono si trovano tendenzialmente
ad avere software in eccesso a causa di cessioni parziali, della riduzione del
personale o di un passaggio a cloud. Perciò, chi dispone di licenze software
che non utilizza più, e di cui ha già ammortizzato la spesa, sappia che
attraverso di noi può recuperare una
parte significativa dell’investimento fatto”.
Ma come si
compone il listino di ReLicense? “Attualmente,
vendiamo principalmente i software
Microsoft delle serie 2010 in poi, in pratica quelli rilasciati da 4 o 5
anni – sostiene Farina -. Ogni tanto
ci vengono chiesti prodotti più datati, come Windows XP o vecchie versioni di Office. Questo solitamente perché
le aziende devono utilizzarli all’interno di soluzioni embedded o con
applicazioni che non funzionerebbero con programmi più recenti. Ma anche
semplicemente per mettersi in regola nei confronti del vendor (e della legge) o
nel caso si voglia passare a versioni più attuali, per le quali è concesso un
aggiornamento a prezzi agevolati se si dispone di prodotti originali. Non
dimentichiamo infatti che Windows XP ha un prezzo di listino che è pari al 20
per cento rispetto a quello di Windows 8”.
Quindi voi
vendete già anche le ultime versioni dei prodotti Microsoft? “Sì, ma in questo caso il risparmio è molto
più contenuto: per esempio, proponiamo Windows
8 a un prezzo inferiore di circa il 15 per cento rispetto a quello praticato
dal vendor – chiarisce Farina -. Questo
vale per tutta la gamma 2013. C’è comunque da dire che le richieste per Windows
8 sono davvero poche, la maggior parte delle nostre vendite è sulla gamma 2010.
Sottolineo però che noi non ci poniamo
in concorrenza con Microsoft, piuttosto il nostro obiettivo è affiancarci
per consentire alla società per colmare alcune lacune sul versante software o
intervenire dove il vendor non può più essere d’aiuto perché, per esempio, non
ha più i prodotti a listino. Comunque, non vendiamo la software assurance ovvero quell’assicurazione che consente di avere il software sempre aggiornato all’ultima versione disponibile”.
Chi compra,
come ha la sicurezza della genuinità del software e del fatto che non
continuerà a essere usato da chi lo ha venduto? “All’atto della vendita, rilasciamo
un documento in cui sono indicati sia il vecchio sia il nuovo proprietario
delle licenze. E lo stesso
documento lo inviamo a Microsoft – conclude Farina -. In questo modo il nuovo acquirente può sempre dimostrare la propria
buona fede e provenienza del software, mentre chi cede le licenze si impegna a
disinstallare dai propri computer tutti i software venduti. E’ un sistema
basato sulla buona fede, ma che consente di verificare facilmente se qualcuno
non si comporta in modo corretto ”.
Buongiorno, avrei bisogno di chiedervi un informazione, ho ideato un software che ho depositato in SIAE sez. OLAF, ritengo sia un software di rilevante importanza , e vorrei vendere il progetto, potete aiutarmi?
Ringrazio per la cortese attenzione.
Cordiali Saluti.
Iaquinta Guido.