La Commissione europea sta lavorando con gli Stati membri per stimolare l’offerta di prestiti e capitali di rischio.
Minori sono le dimensioni di un’impresa, maggiore
è la probabilità che un istituto finanziario ne respinga la richiesta di
credito. In particolare, è molto difficile per le imprese più piccole sapere
dalle banche i motivi del rifiuto anche se ne hanno pieno diritto. E questo è un aspetto strategico perché per riuscire
a ottenere un prestito a tali imprese occorre avere la spiegazione del rifiuto
in modo da poter intervenire sugli elementi carenti delle loro domande. E’
quanto emerge da uno studio della Commissione europea i cui dati indicano che
alle Pmi gioverebbe notevolmente ricevere delle risposte.
Circa la metà delle piccole
e medie imprese che hanno partecipato all’indagine ha dichiarato infatti che una chiara
spiegazione da parte delle banche sarebbe utile per ottenere finanziamenti
futuri. A norma dell’articolo 145, paragrafo 4 della direttiva UE sui
requisiti patrimoniali,
le Pmi hanno il diritto di avere una risposta scritta quando richiedono un
credito bancario. Tuttavia, secondo i risultati dell’indagine, molto poco è
stato fatto per attuare effettivamente la norma e le imprese e le banche
raramente sono a conoscenza della sua esistenza.
Per risolvere i problemi segnalati, l’indagine
raccomanda il rilancio del dialogo sulla trasparenza tra banche e
rappresentanti delle Pmi al fine di rendere le imprese maggiormente consapevoli
del loro diritto a una spiegazione chiara e alla definizione di un grado
condiviso di risposta.
Nel corso del 2014 sarà riavviato il dialogo tra banche e
piccole e medie imprese per presentare i risultati dell’indagine e le relative
raccomandazioni e discutere con le parti interessate. Gli scopi sono migliorare
la trasparenza tra banche e Pmi, incoraggiare le banche a individuare modalità
per migliorare le risposte date alle imprese e aumentare la consapevolezza in
merito all’importanza di tali spiegazioni rispetto alle domande di prestito.