Per Unimpresa, la percentuale di mancati incassi sale al 38,2% nel Mezzogiorno. In cima alla classifica troviamo l’edilizia, il commercio, l’artigianato, la piccola industria e l’agricoltura.
I mancati pagamenti nei primi 6 mesi del 2014 sono cresciuti
del 36%. Lo rivela un’indagine del Centro studi di Unimpresa che è stata
condotta incrociando i dati delle 122.000 aziende associate di Unimpresa,
raccolti attraverso tutte le sedi sul territorio nazionale, con le informazioni
estrapolate da alcune base dati pubbliche e private.
Dallo studio emerge
un quadro sostanzialmente omogeneo in tutta la Penisola, con una crescita della
percentuale di mancati pagamenti leggermente più alta al Mezzogiorno (38,2%)
rispetto al Centro-Nord (34,1%). Quanto ai settori economici, in cima alla classifica troviamo l’edilizia, poi il commercio, l’artigianato, la
piccola industria e l’agricoltura.
La spirale negativa si fonda su tre ragioni principali, che hanno portato, tra
altro, il Paese in recessione. La crisi ha anzitutto fatto crollare i consumi,
modificando i comportamenti delle famiglie che ricorrono alla spesa low cost
ormai in maniera sistematica per arrivare alla fine del mese: nel carrello
della spesa finiscono solo le offerte speciali e i prodotti scontati, con il
risultato di un crollo del fatturato che parte dal piccolo commercio e dalla
grande distribuzione e arriva a investire l’intera filiera produttiva,
trasporti inclusi. La seconda ragione sta nella crisi di liquidità innescata
dalla stretta al credito da parte delle banche. Il terzo fattore che contribuisce a bloccare i pagamenti fra le
imprese è il congelamento dei crediti che le stesse imprese vantano nei
confronti della Pubblica amministrazione: una montagna di 90-100 miliardi di
euro non erosa dalle recenti manovre del Governo, ambiziose ma lente.