L’operazione, dal costo di un miliardo di dollari, consente a Big Blue di alzare il tiro della sfida verso Oracle, rilevando soprattutto una consistente base di clienti
Pagando, in contanti, la cifra di 1 miliardo di dollari, Ibm si è assicurata Informix Software, ovvero la parte dell’omonima azienda che, dopo lo split deciso lo scorso anno, gestiva i prodotti database con lo stesso marchio. Qualora l’intesa venisse approvata da tutti gli organismi competenti, i prodotti e gli asset commerciali dell’azienda saranno integrati nella divisione Software Data Management di Big Blue. Non è ancora chiaro se il marchio storico sia destinato a scomparire definitivamente. Di certo, Ibm ha dichiarato che integrerà una selezione di tecnologie Informix nella propria soluzione Db2, ma ha anche assicurato di voler mantenere il supporto e l’aggiornamento dell’attuale linea.
Di fatto, l’operazione ha la doppia valenza di alzare il tiro della sfida verso Oracle, rilevando quello che una volta ne era uno dei più insidiosi concorrenti, e di acquisire una consistente base di clienti (ne vengono dichiarati oltre 100mila nel mondo), che comprende, fra gli altri, Deutsche Telekom, Fiat e Verizon. Con l’altro pezzo dell’ex Informix, nata dallo split dello scorso anno e ribattezzata Ascential Software, Ibm ha stretto un accorso per lo sviluppo e il marketing congiunto di software storage basato sui prodotti DataStage e Media360 di quest’ultima, in integrazione al database Db2.