Varo imminente per i location based services all’italiana

Anche in Italia, lo sviluppo dell’Internet mobile sarà scandito dalla nascita di servizi e contenuti capaci di adattarsi al tempo e al luogo di utilizzo. Come progettarli e quando proporli ai clienti è il tema di un convegno di tre giorni proposto a Milano dall’Istituto di Ricerca Internazionale, co

Se ne discute ormai da qualche anno e le prime versioni elementari di location based services arriveranno in Italia entro la fine dell’estate. Questa è la promessa dei principali operatori mobili nazionali, Tim e Omnitel, entrambi desiderosi di presidiare per primi questo promettente segmento, destinato a rappresentare entro il 2005 una quota rilevante dei servizi offerti in mobilità (dai 16 ai 20 miliardi di dollari, nel mondo, a seconda delle stime).

Le aspettative sono che l’aspetto di “localizzazione” diventi una componente intrinseca della maggior parte dei contenuti realizzati per l’Internet mobile.
Andremo quindi oltre i temi “classici” dell’informazione sul traffico, della navigazione guidata e della segnalazione dei punti d’interesse, per abbracciare con la tecnologia Lbs i giochi, l’infotainment e tutti i servizi di community.

La localizzazione, in effetti, sarà uno dei tre componenti chiave dei servizi radiomobili, assieme all’ubiquità e alla mobilità, già oggi acquisite. I veri nodi da sciogliere sono la scelta dei servizi e dei contenuti idonei in relazione al grado di precisione offerto dalla tecnologia, l’appropriata gestione del profilo utente e della relativa privacy, la determinazione del prezzo.

Le due fasi di sviluppo dei servizi location based

Nella prima fase (2001/2002) tutti gli operatori nazionali sembrano orientati a tenere un profilo basso e a sfruttare gli strumenti che le reti già offrono, senza investire in nuove tecnologie. Ciò significa utilizzare la singola cella come elemento di localizzazione e disporre di una precisione di circa 200 metri in città e di 30 – 40 chilometri nelle zone rurali.

Un simile contesto tecnologico esclude tutti i servizi di gestione automatica delle emergenze, la navigazione assistita e l’infotainment georeferenziato, e consente di attuare solo applicazioni di community (buddy location) in area metropolitana o semi-rurale.

Tutti gli altri servizi location based saranno risolti, inizialmente, con la cosiddetta auto-localizzazione. In sostanza, si chiederà all’utente di dichiarare la propria posizione via interfaccia Wap oppure Sms, aggirando in tal modo anche lo scoglio della privacy.

Faranno eccezione gli utenti equipaggiati con dispositivi mobili dotati di capacità di localizzazione autonoma mediante sistema Gps (Global Positioning System), come ad esempio alcuni tipi di Pda e il sistema di navigazione automobilistica proposto da Viasat.

Le strutture di prezzo saranno le stesse al momento utilizzate per la navigazione Internet mobile e per gli short message. Resta invece da definire la proposta marketing per le community geo-referenziate, dove gli operatori non hanno ancora elaborato un vero modello di business per il mercato consumer. L’approccio sarà invece a progetto per tutti i sistemi di fleet management aziendale, dov’è molto probabile l’impiego del Gps.

Un altro vincolo immediato per i servizi di localizzazione automatica sarà la totale assenza di accordi di roaming tra operatori su base sia nazionale sia internazionale. Ciò significa che le comunità georeferenziate potranno nascere solo tra abbonati dello stesso operatore e all’interno dei confini italiani.

Si tratta di una limitazione importante, che lascia spazio alla nascita di terze parti capaci di offrire servizi trasversali ai diversi operatori, ma inevitabilmente basati sull’auto-referenziazione, poiché ancora non esiste un contesto legislativo (privacy) e commerciale (modello di business) con cui gli operatori possano cedere a terze parti le informazioni di localizzazione raccolte sulle proprie reti.

La scadenza per passare alla fase due dei progetti Lbs è il 2003, anno entro cui la Comunità Europea formulerà una politica impositiva sui servizi di emergenza location based, movendosi sulla falsariga di quanto già fatto negli Stati Uniti dalla Fcc nell’ottobre del 1996. Entro il 2003 sarà anche probabilmente definito anche il contesto legislativo per il la gestione della privacy in relazione alle informazioni di localizzazione personale.

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