Pur abituati all’andamento altalenante del settore, i produttori di memorie per computer rimangono impotenti davanti all’incessante crollo che ha colpito il mercato. Per i clienti finali si prospettano migliori possibilità d’acquisto ma secondo gli analisti le cose dovrebbero cambiare
Che l’industria delle memorie per computer non navigasse in buone acque lo si sapeva già.
Basti pensare che, solo un anno
fa, il prezzo di una Sdram (Synchronous dynamic random access memory) a 128
megabit era di circa 18,40 dollari. Oggi, lo stesso chip di memoria vale circa un dollaro e mezzo. La società di ricerca americana Dataquest ha stimato che, in media, i prezzi delle Dram – il più comune tipo di memoria utilizzata all’interno dei personal computer – sono calati del 32% all’anno.
Un dato questo che, neanche a dirlo, ha fatto e continua a far felici solo gli utenti finali.
Per i produttori, invece, è tutta un’altra musica anche se gli
analisti di mercato si dicono certi che si tratta solo di una fase ciclica.
Secondo Gartner/Dataquest, l’andamento del mercato delle memorie per pc è infatti destinato a migliorare. L’unica incognita rimane “quando”.
La risposta più accreditata sembra essere “non presto”.
Anche per il segmento dei semiconduttori e per il mercato dei pc non sembra andare meglio. Rispetto alle previsioni, quest’ultimo ha infatti registrato nel corso del 2001 un declino pari al 6%, e nel 2002 le cose sembrano destinate a variare poco. La crescita del mercato dei pc, che per l’anno prossimo avrebbe dovuto assestarsi
intorno al 17%, sembra in realtà ferma al 10%.