La società mira a raggiungere i volumi di chip sperati ampliando il proprio raggio d’azione a un settore più vivace di quello dei pc. Confermato comunque l’impegno sul versante notebook
Il mercato dei chip è in crisi e a ciò contribuisce in gran parte una minore
ricettività da parte dei costruttori di computer. Così anche i grandi nomi fanno
fatica a ottenere risultati significativi. Si può sempre seguire un’altra strada
per cercare di avere successo. Questo è quanto ha pensato Transmeta che ha
deciso di puntare sul segmento dei dispositivi embedded per riuscire finalmente
a ottenere “un posto al sole” e fare i volumi da sempre sperati ma sinora mai
visti. In particolare, i settori a cui mira la società sono quelli dei
dispositivi di rete, delle stampanti e delle applicazioni specifiche, come
set-top box o registratori di cassa.
Il Ceo di Transmeta, Mark Allen ha giustificato la decisione di virare verso
il mondo dei prodotti embedded dicendo che “per i notebook nel prossimo anno non
sono previste crescite né particolari iniziative, mentre nel settore embedded
sono in atto diversi progetti per i quali si stanno avviando processi di
valutazione e di benchmark”.
In effetti il problema di Transmeta è che, pur avendo siglato una serie di
accordi con diverse importanti aziende per l’impiego dei propri chip Crusoe sui
computer portatili (come Gateway, Nec, Sony e Toshiba), non è mai riuscita a
effettuare il fatidico salto, che le permettesse di realizzare i volumi
desiderati. Perciò sinora, in termini di volumi, è rimasta relegata a un mercato
limitato che, viste le previsioni per il futuro, potrebbe addirittura diventare
una nicchia.
E questo è singolare se si considera, per esempio, il fatto che il 25% dei
chip venduti da Transmeta è stato acquistato dal settore enterprise, risultato
questo a cui per lungo tempo ha ambito Amd ma non è ancora riuscita a ottenere.
Ma d’altra parte, secondo le stime Idc, nel 2000 la società è riuscita a coprire
solo lo 0,3% del totale dei processori prodotti e circa il 2% a livello
notebook.
Più in dettaglio, nel suo primo anno di attività, secondo le stime di Mercury
Research la società sarebbe riuscita a vendere circa 500.000 chip. Un esordio
interessante, che però, per mantenere un posto sul mercato, dovrebbe essere
seguito dalla vendita annuale di circa 1 milione di pezzi, performance non
facile da realizzare con il solo apporto dei notebook.
Così Transmeta ha pensato di cercare di raggiungere la fatidica soglia
ampliando il proprio raggio d’azione anche al settore embedded. A fronte di ciò,
il nuovo Crusoe 5800 sostituirà a breve sia il 5600 nell’offerta per i notebook
sia il 3000 per il mondo embedded. In pratica, si avrà un nuovo processore
capace di migliori prestazioni e con un prezzo più contenuto rispetto ai suoi
predecessori che potrà avere un impiego ad ampio spettro. A breve è però
previsto l’annuncio della nuova roadmap che chiarirà in che direzione e con
quali prodotti intende procedere Transmeta.
Comunque, nonostante la nuova scelta strategica, la società conferma il
proprio impegno sul versante notebook e annuncia la prossima disponibilità di
chip a basso consumo in grado di competere con i processori
Intel.
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