La continuità rispetto al 2000, però, è solo apparente, poiché in questa prima metà dell’anno sono cambiati i fattori e i soggetti che hanno contribuito alla tenuta del settore. Assenti le Pmi e il consumer, sono state le grandi e medie aziende a trainare gli investimenti nell’It.
In un momento in cui la situazione contingente spinge al pessimismo e landamento delleconomia mondiale trasmette un diffuso senso di incertezza, Giulio Koch, presidente di Assinform, nel presentare il consuntivo semestrale del Rapporto sullIct nazionale ha voluto, invece, trasmettere un messaggio positivo. Il primo semestre ha evidenziato luci e ombre – ha sottolineato il presidente –. Le prime sono rappresentate dal fatto che il treno dellIct continua a correre, e che quindi sostanzialmente il settore ha tenuto, pur con una sostanziale discontinuità, ma è anche emerso che la crescita spontanea ha mostrato i suoi limiti. Per cui auspichiamo vivamente che dal Governo e dal Ministero dellInnovazione Tecnologica arrivino segnali forti che ridiano fiducia allItalia e al mercato. Sono necessari interventi coraggiosi, che stimolino non solo gli investimenti delle aziende in macchinari, ma anche in servizi, incluso le-commerce. La preannunciata Tremonti-bis dovrebbe contemplare anche supporti speciali per incoraggiare le Pmi, che questanno si sono rivelate le più assenti nella spesa Ict".
Entrando nel merito dei dati presentati dal Rapporto Assinform/NetConsulting (si veda Linea Edp n° 31) il mercato dellIct nella prima metà dellanno ha raggiunto i 58.880 miliardi di lire, pari a una crescita del 12,2%, che di poco si discosta da quella realizzata nel semestre 2000 (+12,5). La componente Tlc ha pesato per 39.410 miliardi (+12,9%, era del 13,1% nello stesso periodo del 2000), mentre lIt ha raggiunto 19.478 miliardi pari a un +10,7% (contro un +11,3% di un anno fa). La discontinuità accennata da Koch è emersa evidente se si analizzano nel dettaglio gli investimenti It, come ha sottolineato Giancarlo Capitani amministratore delegato di NetConsulting: Il mercato è cresciuto e i dati sembrano apparentemente indicare una certa continuità rispetto al semestre 2000, ma in realtà si tratta più di apparenza che di sostanza, in quanto oggi sono cambiati i fattori e i soggetti che hanno contribuito alla tenuta del semestre rispetto allo stesso periodo del 2000. Due sono i centri di gravità attorno ai quali ha ruotato la discontinuità: i soggetti di domanda e i contenuti. Questanno i motori trainanti sono state le grandi e medie imprese, mentre sono risultate assenti le Pmi e le famiglie, che, invece, erano state le protagoniste della crescita del semestre 2000. Riguardo ai contenuti, da una pluralità di progetti di e-commerce si è questanno passati a progetti più selezionati e tesi a ottimizzare i sistemi It aziendali per aprirli al Web. Quindi le parole dordine sono state rifocalizzazione e maggiore attenzione al Roi. In questo contesto è ritornato in auge anche il ruolo del Cio, in quanto figura partecipe alle strategie aziendali". Da quanto appena detto, si comprende, dunque, il trend in calo dellhardware (+6,3% contro un +7,4% di un anno fa) penalizzato da un mercato pc che con 1.343.900 unità vendute, è cresciuto solo del 7,3% contro un +20,1% del 2000. Questanno si è particolarmente sentita lassenza degli investimenti da parte delle Pmi e del consumer, dal momento che sembra si sia esaurita la spinta delle famiglie interessate a Internet. Tuttavia in Italia la Rete, pur registando ancora una penetrazione percentuale inferiore alla media europea, ha continuato a crescere (+34%) e a oggi sono 572.046 i domini registrati. Tutto questo ha portato una limitata crescita dei desktop (+2,9%), un forte aumento di pc server (+35,7%) mentre i notebook hanno rallentato la corsa (+16,2% contro un +64,9% di un anno prima). Le medio-grandi imprese hanno trainato le vendite di sistemi midrange, saliti del 18,2% (+14,8% un anno fa) e dei mainframe, cresciuti del 30% in Mips; crollo invece per le workstation (-18,8%). Inarrestabile, anche nel 2001, il trend negativo dellassistenza tecnica (-3,3%), scesa a 965 miliardi. Tenuta del settore software e servizi, che ha raggiunto nel semestre in esame i 12.613 miliardi, pari a un incremento del 14,2% (contro un +15% del 2000), grazie soprattutto ai servizi, pari a 9.236 miliardi (+15,6%), mentre il software è calato di due punti percentuali e si è attestato su 3.377 miliardi e un +10,7%.
La system integration e la consulenza – ha evidenziato Capitani – sono i veri motori trainanti del settore. Va però sottolineato che i flussi di domanda tendono a indirizzarsi su un numero più ristretto di operatori e questo è un fenomeno nuovo per il mercato con conseguenze sullofferta di non poco conto".
Sullandamento della restante metà dellanno Capitani ha preferito non fare anticipazioni, ma era evidente che non aveva gli occhiali con le lenti rosa di Koch, pur sottolineando che i dati preliminari dellIstat sul Pil, relativi al 1° semestre, parlano di una crescita per lItalia dell1,7%, contro uno 0,3% degli Usa e uno 0,4% del Regno Unito.