Gli analisti osservano Ibm

A un mese dagli attentati, gli osservatori di Wall Street analizzano l’impatto della nuova situazione politico-economica sui conti del gigante di Armonk

Rara avis in un panorama decisamente grigio, Ibm è una delle poche aziende del comparto It a non aver rilasciato alcun profit warning relativamente ai risultati del terzo trimestre dell’esercizio fiscale in corso. E gli analisti la tengono d’occhio. Con il rallentamento generale degli investimenti It, è ad esempio l’analisi di Sanford Bernstein, come è possibile che Ibm non venga colpita dalla debolezza della microelettronica?

Tutti aspettano dunque il 16 ottobre, data del rilascio definitivo dei risultati trimestrali, e intanto lanciano ipotesi. È il caso di First Call, le cui analisi darebbero un utile di 90 cent ad azione su un fatturato di 20,7 miliardi di dollari, risultato in calo del 17% rispetto al secondo trimestre e del 35% rispetto al pari periodo del precedente esercizio.

Questi dati sarebbero tutto sommato fisiologici, data la situazione generale: rispetto ai propri concorrenti, Ibm ha l’indubbio vantaggio di avere buona parte del proprio fatturato ascritta alle voci software e servizi, oggi tutt’altro che in crisi.

Certo, l’area della microelettronica presenta una situazione di instabilità, che si riflette sui risultati, ma questo Ibm non ha alcun problema ad ammetterlo. Come però altrettanto facilmente finisce per commentare che si aspetta segnali di ripresa in questo comparto, segnali che diverranno più sensibili già dal prossimo trimestre.

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