Secondo la società di analisi e ricerche, la decisione di Ibm di dare in outsourcing la produzione di pc nasce da considerazioni di carattere economico e non rappresenta una decisione a lungo termine di uscire dal mercato dei pc
Lo scorso 8 gennaio Ibm ha annunciato la propria intenzione di dare in outsourcing una parte significativa della produzione di pc a Sanmina-Sci, con un accordo quadro in base al quale Ibm venderà a Sanmina-Sci gli impianti statunitensi ed europei nei quali vengono prodotti i NetVista. In concreto, ciò significa il passaggio di circa 980 dipendenti in organico a Sanmina-Sci. Ibm, da parte sua, si impegna a continuare a sviluppare, commercializzare e supportare la linea NetVista e pagherà a Sanmina-Sci circa 5 miliardi di dollari per i prossimi 3 anni.
Questi i fatti.
In una nota diffusa ieri, Gartner sostiene che come molti altri produttori anche Ibm è stata colpita dal rallentamento della domanda, dalla riduzione dei margini, dalla comparsa di nuovi canali distributivi, dalla competizione. Per poter aver successo sul mercato, è necessario che le aziende siano focalizzate, siano in grado di ottimizzare i processi produttivi, siano capaci di adattarsi a nuove opportunità quando queste si presentano.
Nel caso specifico, Gartner ritiene che la capacità di Ibm di produrre pc desktop di fascia bassa a costi competitivi è sempre stata per lo meno dubbia. Per altro, la strada dell’outsourcing è stata già intrapresa da altri produttori, Hewlett Packard in testa, per cui Ibm non sarebbe certo il primo produttore a perseguire l’efficienza attraverso l’outsourcing.
Ma quali sono i pro e i contro dell’operazione?
Secondo Gartner la decisione è da un lato positiva poichè è una concreta conferma dell’intenzione di Ibm di focalizzarsi sulla profittabilità, sulle ricerca e sulla fornitura di soluzioni. Ma nel contempo, questa sola mossa non sarà sufficiente nel breve periodo a rendere l’offerta di Ibm più attraente per i clienti.
Gartner si dice convinta che Ibm abbia bisogno di continuare a sviluppare una propria strategia in materia di personal computer, giocata su quattro capisaldi: wireless, sicurezza, differenziazione dei prodotti e servizi di migrazione.
Se questa decisione è di fondamentale importanza per Ibm, non la è altrettanto per per i suoi clienti: per il momento, infatti, Ibm continuerà a progettare, ingegnerizzare e supportare tutti i propri pc. La scelta dell’outsourcing va dunque nella direzione di una maggiore flessibilità per meglio rispondere ad ulteriori cambiamenti delle condizioni di mercato.