Che si basi sulle caratteristiche fisiche o su quelle comportamentali, la biometria vuole migliorare l’identificazione dell’essere umano. Tuttavia, esistono ancora barriere, di vario tipo, che si contrappogono alla sua adozione: psicologiche (l’uso del …
Che si basi sulle caratteristiche fisiche o su quelle comportamentali, la biometria vuole migliorare l’identificazione dell’essere umano. Tuttavia, esistono ancora barriere, di vario tipo, che si contrappogono alla sua adozione: psicologiche (l’uso delle impronte digitali si associa alla polizia), culturali, etiche, governative ed economiche.
Le reticenze possono essere legate sia alla collettività (controllo e limitazione degli accessi a un laboratorio aziendale) sia alla persona (protezione di un bene materiale). Oltre al costo ancora elevato dell’applicazione, le società devono anche far fronte a costrizioni di ordine giuridico connesse, ad esempio, alla legge sulla privacy. A tal proposito, la scheda a microchip può essere considerata come la soluzione ideale sia per l’impresa che per l’utente. Le informazioni relative alle persone (dati e impronte) sono memorizzate nel chip restando, in questo modo, totalmente confidenziali. Oggi sussiste uno sfasamento tra la percezione dei vantaggi e le applicazioni messe a punto. La paura deriva dal fatto che i dati identificati possono essere utilizzati per scopi fraudolenti.
La biometria, infine, non risponde soltanto agli aumentati bisogni di sicurezza ma, in azienda, contribuisce a migliorare la vita dei dipendenti (non c’è più bisogno di codici né di carte d’accesso).