Le reti di Optical Access

Dall’esperienza NBase-Xyplex, la nuova realtà raccontataci dal product marketing manager della filiale italiana.

Optical Access è un nome piuttosto nuovo nel mondo del networking, ma nasce da un’esperienza ventennale. Chi opera nel settore ricorda senz’altro, infatti, i marchi NBase e Xyplex che in passato identificavano i prodotti di switching, tuttora a portafoglio. Oggi, completata l’operazione di rebranding, Optical Access si presenta alla clientela italiana con una sede a Milano, aperta all’inizio del 2001, e un’offerta che spazia in tre ambiti fra loro strettamente correlati: i prodotti di switching, le soluzioni wireless a infrarossi, e la soluzione per l’ultimo miglio Ethernet over DSL. Roberto Daveti, product marketing manager della società, ci ha raccontato l’evoluzione della società.

N: Qual è stato il percorso che ha portato alla nascita di Optical Access?
R.D.: La storia comincia alla fine degli anni 80 con Mrv Communications, società specializzata in componenti optoelettronici per fibra ottica, con sede a San Diego e stabilimenti in Usa e Israele. Mrv entrò nel mercato dello switching con il brand NBase e acquisì Fibronics e Xyplex. L’innovazione tecnologica era in primo piano: fu la prima società a introdurre le porta 10/100 autosensing e a realizzare un collegamento Gigabit superiore a 100 chilometri. Il modello, basato sull’autonomia delle società acquisite fu vincente fino al 2000. In Italia, in particolare, fu acquisita una quota di maggioranza del distributore Eds Lan. Tuttavia la connotazione molto tecnologica non ha permesso di sfruttare, da un punto di vista marketing, l’onda del Gigabit, e altri ci hanno sorpassato. Fu quindi decisa la ristrutturazione, un cambio di rotta con lo spirito di una start up ma con l’esperienza di 20 anni. Per ampliare l’offerta, vennero acquisite anche due società, Jolt e AstroTerra, specializzate nella trasmissione laser.

N: A chi si rivolge oggi Optical Access? Qual è l’offerta?
R.D.: Ci rivolgiamo alle aziende e ai carrier. Le soluzioni possono, infatti, avere utilizzi diversi. La linea di switch OptiSwitch, a chassis, è versatile, supporta il rame e la fibra e comprende decine di moduli da layer 2 a layer 5, adatti anche ai campus. Abbiamo anche un modello stand alone a 24 porte 10/100/1000. Grande interesse sta incontrando, poi, la soluzione TereScope basata sul laser modulato in infrarossi. Consente di trasmettere dati fra due punti posti a una distanza di 4 chilometri. E’ un sistema semplice da installare e che non richiede licenza, come invece il wireless in ponte radio. Serve per collegare edifici fra loro o l’azienda al provider laddove la fibra ottica è troppo onerosa.

N: Il wireless ottico risente, però, delle condizioni meteo…
R.D.: Questi collegamenti temono la nebbia, che può anche dimezzare la distanza massima. A differenza delle soluzioni in radiofrequenza, non c’è una riduzione di velocità: o funziona oppure no. Costa però meno ed è molto più veloce: abbiamo un prodotto che arriva a 1 Gbps. Queste caratteristiche lo rendono adatto anche a installazioni temporanee. Stiamo ottenendo un buon successo: in un anno abbiamo realizzato oltre 60 installazioni, prevalentemente per le aziende. Ma interessa anche ai carrier: Albacom, per esempio, lo sta sperimentando con successo.

N: Cosa ci dice, infine, di Ethernet over DSL?
R.D.: È una soluzione per portare 10 Mbps nell’ultimo miglio sul rame. Lo proponiamo ai carrier ma anche a realtà come alberghi o ospedali. Copre al massimo 1,2 Km, cioè non è adatto a doppini di lunghezza superiore.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome