Dettagliata finalmente una roadmap per i futuri sviluppi di Big Blue nel settore dello storage. Il file system eterogeneo, annunciato ormai quasi due anni fa, dovrebbe arrivare solo il prossimo anno, accanto a un nuovo sistema di virtualizzazione.
Ibm promette che il suo quasi mitico software per la gestione dei sistemi di memoria di massa, Storage Tank, si affermerà il prossimo anno come primo, autentico file system eterogeneo del mercato, accanto al sistema di virtualizzazione sviluppato dalla stessa Ibm.
La promessa di un sistema davvero capace di supportare come fonti di documenti una pluralità di sistemi operativi è di per sé talmente enorme, che se Ibm riuscirà a consegnare una versione definitiva del prodotto anche solo alla fine del prossimo anno, meriterebbe una medaglia da parte dell’intera industria. E servirebbe a far dimenticare diverse figuracce provocate legate proprio a questo software tanto atteso.
Il primo annuncio di Storage Tank risale all’anno 2000, e a due anni e più di distanza i suoi ritardi cominciano a essere imbarazzanti per Ibm. Nel 2001 Big Blue ha sempre mostrato parecchia ritrosia a discutere dello stato di avanzamento del progetto, palleggiato a lungo tra Ibm e la sua sussidiaria Tivoli Systems. Rimangono aperte le ipotesi sull’effettiva data di pubblicazione del programma e del suo compagno per la virtualizzazione. Ibm rifiuta di fornire ogni indicazione data la complessità di un prodotto che potrebbe quindi vedere la luce solo all’inizio del 2003. Per giustificare questa lunga attesa, il manager della divisione software di Ibm, Mike Zisman, ha detto che all’epoca dei primi annunci da parte di Tivoli il software era stato definito una “iniziativa tecnologica”. Ma va ricordato che in quella occasione Tivoli stessa aveva parlato di un possibile rilascio per la metà del 2001. Oggi, c’è molta più chiarezza sulla natura del software che verrà pubblicato e che sarà articolato lungo due filoni, quello della virtualizzazione (che Ibm chiama anche aggregazione per blocchi) e il sistema di aggregazione dei file di Storage Tank.
Il sistema ha mosso i suoi primi passi in Ibm per poi passare sotto il controllo di Tivoli e ritornare infine in Ibm. Eseguito su appliance Linux, i cluster Metadata di Storage Tank comunicheranno con i server applicativi sui quali verrà installato un apposito client. Tutti questi server saranno in grado di condividere i dati gestiti da Storage Tank, anche utilizzando una varietà di sistemi operativi diversi.