Solo il 28% delle medie e grandi aziende, secondo Forrester Research, ha già messo online la propria supply chain. Il percorso presenta ostacoli organizzativi e culturali, più ancora che tecnologici, ma le opportunità legate a un ambiente di Scm collaborativo sono assai rilevanti.
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Se un numero sempre più consistente di imprese va integrando con successo
i processi di business al proprio interno, non altrettanto si può dire
dell’interoperabilità con i sistemi Erp di aziende terze nè, in
modo pressoché analogo, dell’ampliamento funzionale a vantaggio dell’interazione
con i partner commerciali lungo la catena della fornitura. Certo, le piattaforme
di Enterprise resource planning stanno progressivamente abbracciando ambiti applicativi
considerati in precedenza del tutto specifici, dalla gestione fisica di magazzino
al Pdm, e il loro perimetro funzionale si è oggi allargato al Supply chain
management, al Crm, nonché alla Business intelligence, complice la forte
spinta esercitata da Internet.
Proprio la Rete rappresenta uno dei principali catalizzatori del cambiamento che
interessa la supply chain: la possibilità di fare business su scala globale
in modalità elettronica trasforma la catena del valore in un complesso
intreccio di relazioni che richiedono, in primis, nuove capacità di gestione.
Si tratta non solo di armonizzare la supply chain con l’e-business e i cicli di
innovazione del prodotto, ma anche e soprattutto di prendere coscienza che la
sfida consiste nel superare quella visione a compartimenti stagni finora caratteristica
di molte gestioni, ben lungi dal considerare in una prospettiva unitaria i diversi
segmenti che la compongono. Per allargare poi opportunamente gli orizzonti fuori
dai confini aziendali: collaborare e pianificare congiuntamente significa ridurre
i costi, minimizzare le scorte, abbreviare il time-to-market. Ciò che è
tanto più importante in una fase di congiuntura contraddistinta da un’economia
in ristagno.
Stando a una recente indagine condotta a livello mondiale dalla società
Forrester Research, a tutt’oggi le medie e grandi aziende dotate di una gestione
online della supply chain rappresentano una minoranza, equivalente al 28%. Chi
si appoggia all’Edi è il 68% del campione, mentre più di tre aziende
su quattro proseguono sulla strada dell’e-mail e del fax. A conferma del fatto
che buona parte delle imprese si avvale di una comunicazione manuale, affidando
la programmazione alle evidenze pregresse, senza sincronizzare i cicli di pianificazione.
Attualmente, le soluzioni di Scm proposte dai principali Isv consentono alle aziende
di instaurare una collaborazione con fornitori e clienti così da porre
in sincronia le attività di pianificazione, da un lato, e di esecuzione,
dall’altro. A frenare l’adozione dei package
di Scm, soluzioni standalone ovvero moduli a complemento della piattaforma di
back end (Erp), i costi e le difficoltà di integrazione.
Non v’è comunque dubbio che la metamorfosi nella supply chain stia proseguendo.
Il passaggio dalla visione monolitica e a se stante al paradigma della rete si
è avviato quando i clienti hanno preso l’abitudine a usare il Web per accedere
alle informazioni sulla disponibilità dei prodotti.
Ma i vantaggi più cospicui sono legati alla
creazione di un ambiente di supply chain collaborativo, in grado di avvicinare
fornitore e cliente limitando costi operativi e incertezze. In primo luogo rispetto
alla domanda: altrimenti, l’incremento delle scorte e l’incorrere in costi extra
appare inevitabile.