A meno di un anno dall’acquisizione, la casa americana, oggi in serie difficoltà starebbe rimettendo sul mercato la specialista di Crm. La decisione arriverebbe dal nuovo Ceo, Gary Greenfield, appena nominato.
Solo un anno fa, nel giugno 2001, Peregrine spendeva 1,09 miliardi di dollari per comprare la specialista di Crm Remedy. Oggi, potrebbe essere arrivato il tempo di rivendere l’azienda, per risollevare la credibilità di una società che alla contrazione del mercato ha aggiunto uno scandalo finanziario, fatto di cifre gonfiate o di subbia provenienza. La decisione sarebbe stata presa da Gary Greenfield, nuovo Ceo di Peregrine, appena nominato e proveniente da Merant, altra azienda oggi risollevata dalle difficoltà di mercato. Ufficialmente, si sa solo che Remedy dovrebbe operare come unità indipendente, gestita dal cofondatore e presidente Larry Garlick. Questa è un’ammissione di quanto poco l’azienda acquisita un anno fa abbia in comune con il core business di Peregrine, ovvero l’asset management.
Si potrebbe obiettare che una così rapida vendita rischia di rovinare l’immagine di Peregrine, ma va detto che l’ispiratore dell’acquisizione, l’ex Ceo Steve Gardner, se n’è andato in maggio, dopo la scoperta delle irregolarità nei bilanci degli ultimi due anni. Altri manager, fra l’altro, dovrebbero lasciare a breve la società.
Qualche dubbio sorge sui possibili compratori e sulla possibilità di recuperare il miliardo di dollari speso nel 2001. Ma Greenfield è uomo dalle sfide difficili. Quando arrivò, nel 1998, a Merant, si trovò a gestire la controversa fusione tra lo specialista del Cobol MicroFocus e la società di software e servizi Intersolv. Tre anni dopo, il vecchio business Cobol era stato rivenduto a una finanziaria e Merant si era rifocalizzata sul promettente mercato del change management. Ora, il primo compito del manager è il recupero della reputazione finanziaria di Peregrine e, per non arrendersi a una causa persa, l’unica via pare una divisione che passa per la vendita di Remedy. Peraltro, uno split era nella mente anche del precedente management, che in marzo aveva annunciato l’intenzione di separare le operazioni legate all’e-commerce, per focalizzare l’azienda sull’infrastruttura per la gestione del business.