Dopo le acquisizioni nasce la nuova Tecnodiffusione

La campagna acquisti è ormai finita. Adesso bisogna procedere alla razionalizzazione del gruppo

Dopo il momento della crescita arriva per Tecnodiffusione quello del consolidamento. Finita la campagna acquisti che avrà come suo ultimo atto l’acquisizione nel 2003 del 100% di Vobitech, la Vobis che opera in Austria, Olanda, Polonia e Russia con 190 negozi, la società guidata da Luciano Panichi e Bruno Kraft procede a un aumento di capitale, per effetto del quale diventa scalabile in Borsa, e per il futuro decide di concentrare il focus sul profitto e migliorare l’efficienza con l’obiettivo di una crescita del 21,5% e un giro d’affari di 430-450 milioni di euro. Tutto questo nonostante le cifre di Assinform indichino un primo trimestre poco felice per l’Ict che cresce solo dell’1,6%.
Il risultato dovrebbe giovarsi anche del nuovo accordo con Acer che prevederebbe la produzione di un numero di pc dieci volte superiore a quello concordato per il 2001 che era di quarantamila macchine.
Bruno Kraft, direttore generale del gruppo toscano, conferma solo le indiscrezioni riguardo a “un’estensione significativa dell’accordo” evitando commenti sulle cifre visto che le trattative sono ancora in corso.

Kraft ha poi dichiarato che il piano di riorganizzazione societaria non prevede la riduzione dei marchi nel retail. Vobis e Strabilia continueranno a essere presenti, mentre alla catena Microlink è riservato il ruolo di shop in shop. In questa fase di consolidamento Tecnodiffusione punta a una riduzione dei costi grazie alle sinergie attivate con la concentrazione presso la casa madre di alcune attività comuni a livello di gruppo. La nuova Tecnodiffusione prevede cinque aree di business con una riduzione del numero di aziende. Da 19 tramite tramite un accorpamento si passerà a meno di dieci e in futuro il numero dovrebbe ridursi ancora. Abbattimento delle spese, ottimizzazione delle risorse umane e delle infrastrutture, eliminazione della duplicazione dei costi gestionali approvvigionamenti centralizzati e ottimizzazione del sistema di controllo sono le linee principali seguite dalla società che non teme una crisi dei margini nell’hardware. Kraft sostiene infatti che ormai nel retail ci sono due player (Cdc e Tecnodiffusione), una situazione che rappresenta una garanzia contro un eventuale guerra dei prezzi.
Per la società toscana l’hardware rappresenta ancora l’89,3% dei ricavi contro l’8,9% del software e l’1,8% dei servizi. Il 36% dei ricavi arrivano da Tecnodiffusione, il 27% dalle catene retail, il 10% da Mark Up, il 16% da Dsi e l’11% da Cms.
Per quanto riguarda l’andamento del titolo Tecnodiffusione aveva fatto il suo esordio a 12 euro toccando nel 2001 un valore minimo di 11,08 e uno massimo di 44,68 euro. Sempre nel 2001 il valore medio ponderato ha superato il collocamento del145%. Attualmente il titolo vale 13,63 euro e il calo rispetto a ieri sfiora il 6%.

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