Il mercato delle municipalizzate secondo Assintel/Sirmi

L’indagine ha coinvolto 218 imprese che forniscono servizi pubblici e 800 terze parti. Il livello delle applicazioni è sotto la media, ma gli operatori Ict debbono sviluppare soluzioni specifiche per favorirne la diffusione.

Un mercato potenzialmente interessante ma per il quale non esiste ancora un’offerta adeguata. Questo è il succo di un’indagine sul mondo delle Public utility italiane, note anche come aziende municipalizzate, commissionata da Assintel a Sirmi.
“Sebbene rappresentino un mercato con forti potenzialità, la domanda non esprime completamente i propri bisogni e non ci sono ancora soluzioni complete che possiamo proporre”, si legge nel comunicato Assintel che presenta i risultati dell’indagine.
Dal lato della domanda Sirmi ha intervistato 218 imprese, in prevalenza medio-piccole, che forniscono gas, energia elettrica, acqua o gestiscono servizi di trasporto pubblico, per misurare quanta tecnologia viene usata e come.
Sul fronte dell’offerta sono state coinvolte 800 terze parti, tra Var, System integrator, rivenditori e società di sofware e servizi.

Ecco dunque i risultati principali analizzati in dettaglio in un rapporto che potete scaricare direttamente dall’indirizzo http://www.assintel.it.

In primo luogo, le applicazioni più avanzate sono ancora poco diffuse nelle municipalizzate. Il Billing è presente solo nel 45,7%, soluzioni Erp soltanto nel 34,9% delle aziende, e ancora meno frequenti sono Crm (14,2%), Business intelligence e Data warehousing (entrambe al 10,1%), E-procurement (4,6%). Tutti questi valori sono inferiori alle medie nazionali. Inoltre, quando ci sono Sirmi dubita dell’effettiva qualità delle soluzioni, poiché spesso sono gestite in casa e sono poco integrate con altre parti dei sistemi informativi.
A conferma basta l’esempio delle applicazioni per la mobilità. L’83,9% delle aziende ha dipendenti che operano prevalentemente all’esterno, il 91,2% è dotato di telefoni cellulari, il 52,4% per leggere i consumi impiega dispositivi portatili o notebook. Ebbene, solo il 24,5 dei dipendenti “mobili” può accedere alle applicazioni aziendali con queste tecnologie.

Anche Internet, secondo Sirmi, viene sottoutilizzata. Il 93,1% delle municipalizzate intervistate ha accesso alla Rete, il 58,7% ha anche un proprio sito e il 19,7% ne ha previsto la realizzazione, ma vi si trovano per lo più profili aziendali, e-mail per chiedere informazioni o presentazione dei servizi. Solo in circa il 10% dei casi sono state rilevate sezioni protette da password, segno della presenza di veri servizi on line (pagamento di bollette, visualizzazione dei consumi e simili).

Vediamo ora il rovescio della medaglia, ossia l’offerta di prodotti e servizi informatici verso questo settore. Solo il 15,6% delle aziende intervistate che offrono software o servizi dichiarano di avere competenze specifiche per le Public utility. Nel 94,4% dei casi offrono servizi It/Ict, nel 75,2% vendono tecnologie Ict e solo nel 24% forniscono software proprio.
Così Sirmi commenta questa situazione: “Siamo in presenza di un circolo vizioso: le imprese non hanno ancora compreso che con queste applicazioni si può ottenere una più elevata efficienza interna, ma i fornitori si guardano bene dal sollecitare cambiamenti in cambio di una certa tranquillità e stabilità dei rapporti.”

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