Manugistics vende. Ma a chi?

Manugistics, società specializzata nei prodotti per la gestione della supply chain, sembra in procinto di vendere le proprie attività a un gross o nome nel campo dell’Erp, secondo quanto espresso in un rapporto dei ricercatori di Amr Rese …

Manugistics, società specializzata nei prodotti per la gestione della
supply chain, sembra in procinto di vendere le proprie attività a un gross
o
nome nel campo dell’Erp, secondo quanto espresso in un rapporto dei
ricercatori di Amr Research. La mossa risponderebbe alle necessità
dell’azienda, che in Italia è rappresentata dalla Teoresi di Torino, di
risolvere i propri problemi finanziari.
Sul possibile compratore, per ora esistono solo ipotesi. Trattative
sembrano essere state avviate con Sap, Oracle, Jd Edwards e anche con il
concorrente diretto i2. Anche Peoplesoft sembrava della partita, me il
negoziato sembra essersi interrotto. Secondo fonti interne a Manugistics,
Oracle e i2 sarebbero al momento le favorite. Gli analisti, tuttavia,
evidenziano l’ipotesi Sap, che ha già relazioni di partnership con
l’azienda americana. Il problema, in questo caso, sarebbe rappresentato
dall’amministratore delegato tedesco, Hasso Plattner, per sua natura
contrario alle acquisizioni. Le sinergie sarebbero notevoli, poiché il
supply chain management è il naturale complemento dell’offerta Erp e il
prodotto specifico di Sap, Apo, ha a oggi un mercato debole e funzionalità
ancora modeste. Non va tuttavia dimenticato che Manugistics ha accordi di
collaborazione anche con altre aziende del settore, Jd Edwards e Oracle in
testa. Sap appare in vantaggio potenziale, per via dell’alta disponibilità
finanziaria e per la necessità di rafforzare i numeri, soprattutto sul
mercato americano, per non rischiare di perdere una leadership fatta oggi
forse più di reputazione che di tecnologia.
Manugistics ha fatto sapere solo di considerare attentamente le opzioni
dell’accordo e della ristrutturazione e di prevedere un annuncio in materia
entro la fine del mese. Il terzo trimestre si è chiuso con una perdita di
10,4 milioni di dollari, delineando il profilo di un’azienda con una buona
tecnologia, ma difficoltà nelle vendite.

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