Stando agli analisti di mercato, Nec e altri quattro fra i principali vendor di chip del Sol Levante potrebbero riportare risultati superiori alle stime riferite al secondo trimestre dell’esercizio fiscale in corso.
23 ottobre 2002. Buone nuove per Nec e
altri quattro fra i maggiori produttori di chip giapponesi. Gli analisti di
mercato avrebbero, infatti, stimato un incremento nei profitti riferiti al
secondo trimestre dell’esercizio fiscale in corso. Drastiche riduzioni di
personale e la ripresa registrata nelle vendite di chip, letteralmente crollate
un anno fa, tra le motivazioni a favore delle nuove previsioni. Anche se, gli
stessi analisti, hanno ribadito che la mancata ripresa degli investimenti
tecnologici e la riduzione dei prezzi – che ha interessato le memorie come
gli Lcd – potrebbero compromettere i risultati legati al resto dell’anno. A
quanto pare, però, a pochi giorni dai risultati ufficiali, gli analisti di
mercato stimano per Nec un Q2 con perdite nette
per 11,1 miliardi di yen, rispetto agli oltre 31 miliardi persi nel medesimo
periodo dell’esercizio precedente. Allo stesso tempo, Fujitsu
sarebbe in procinto di registrare profitti netti per 9,7 miliardi di yen,
rispetto ai 110 miliardi di perdite nette riportate un anno fa. Dal canto suo,
Toshiba si appresterebbe a registrare perdite nette per 3,83
miliardi di yen, mentre Hitachi potrebbe riportare entrate
nette per 10,5 miliardi di yen. Positiva, almeno nelle stime di mercato, anche
Mitsubishi Electric, che al termine del secondo trimestre
potrebbe riportare 3,63 miliardi in termini di profitti netti.
Il tutto
mentre colossi statunitensi del calibro di Intel e Texas Instruments annunciano
performance finanziarie al di sotto delle aspettative di mercato, in riferimento
al loro quarto trimestre.
Ma la crisi è generale, tanto che anche nella terra
del Sol Levante le previsioni di vendita non sono delle migliori. Per il terzo
trimestre in corso gli analisti di mercato stimano, infatti, un calo nelle
vendite che, per Nec, potrebbe tradursi in un -13%, fino a quota 1,17 migliaia
di miliardi di yen, mentre per Fujitsu la stima è di un decremento dell’1%,
fino a quota 1,29 migliaia di miliardi, rispetto alle vendite di un anno
fa.