La casa californiana cerca di concretizzare, con una serie di partnership e nuove soluzioni, il concetto di autogestione dei sistemi informativi aziendali. Perno delle tecnologie proposte è la Adaptive Management Platform.
19 novembre 2002 È da parecchio tempo che se ne sente parlare. Sistemi che si autogestiscono e che riescono, senza l’intervento di alcun operatore, a diagnosticare problemi, valutare l’impatto di eventi esterni all’azienda o di nuove regole di business varate internamente ad essa. Proprio come fa il corpo umano o un ecosistema, l’insieme delle risorse informatiche di un’azienda sembra destinato, oggi e sempre più in futuro, ad autoregolamentarsi.
In tanti propongono questa nuova filosofia, Ibm e Sun in testa con i progetti eLiza e N1, e da qualche mese anche Hp sembra crederci con più forza. «La più grossa differenza tra i nostri annunci e i loro – ha sostenuto Peter Blackmore, executive vice president Emea dell’Hp Enterprise Systems Group – è riconducibile al fatto che noi proponiamo una soluzione già oggi in commercio, mentre quelli dei nostri rivali sono ancora dei progetti».
Il manager ha parlato alla platea riunita a Lisbona in occasione della decima edizione di Hp Software Universe, la user conference della unit dedicata all’offerta di applicativi aziendali della società californiana. «L’idea che sta alla base di questo nuovo approccio è di garantire una certa agilità di risposta alle variazioni ambientali – ha chiarito Cesare Capobianco, vice presidente e general manager per l’area Emea della divisione Enterprise Software di Hp -. La nuova infrastruttura Hp è stata concepita per favorire la diffusione immediata della conoscenza di un certo fenomeno e la predisposizione di azioni “intelligenti”, che permettano di adeguare il patrimonio It alle mutate esigenze aziendali”.
E per garantire il rispetto di questi automatismi, la società di Palo Alto propone un nuovo impianto strategico e tecnologico, battezzato OpenView Adaptive Management Platform.
«Grazie a nuove tecnologie e accordi con numerosissimi partner – ha proseguito Capobianco – saremo in grado di garantire un livello intermedio di astrazione delle risorse aziendali che potrà essere utile per ottimizzarne l’utilizzo».
La piattaforma, utilizzando tecnologie di virtualizzazione degli asset, permetterà di vedere le risorse a disposizione del data center di un’azienda come un unicum e di redistribuirle dinamicamente alle diverse applicazioni critiche.
Al cuore della Adaptive Management Platform c’è il controller software Utility Data Center (Udc), che sfrutta le più recenti tecnologie di virtualizzazione delle risorse per consentire agli utenti (tipicamente all’It manager) di riallocare Cpu, banda o capacità di memorizzazione tra le differenti applicazioni aziendali, in relazione a criteri di priorità di volta in volta stabiliti.
OpenView, la soluzione di gestione delle infrastrutture It aziendali di Hp è destinata a integrare, sempre di più in futuro, le funzionalità di autogestione ed evolve, quindi, decisamente verso il fronte della gestione dei servizi, completandosi con elementi che rendono possibile non solo monitorare l’evoluzione del business ma anche, laddove sia possibile, anticiparla.
«OpenView è stata migliorato per tener conto, nella valutazione delle risorse a disposizione delle singole aree e progetti, non solo dei dati operativi ma anche delle regole di business – ha tenuto a precisare Dora Denzel, senior vice president Software Global Business Unit di Hp – e l’idea è di ampliare il suo campo d’azione da strumento di gestione di reti e hardware a soluzione completa di managing delle applicazioni e dei servizi It».