Indirizzare le nuove esigenze delle imprese per uscire dalla crisi. Questa la ricetta della Ceo di Hewlett-Packard, che ha presentato la visione della società sulle nuove architetture di storage e server e l’impegno dell’azienda verso l’apertura e la standardizzazione delle soluzioni.
21 gennaio 2003 Sono ben 3960 i partecipanti a Ensa@Work, l’annuale appuntamento di Hp sul mondo dello storage. Per la verità, come ha rimarcato Olaf Swantee, vice president Emea Network Storage Solutions di Hp, l’evento, giunto alla sesta edizione, abbraccia ora anche le tecnologie del networking, dei server e del software, a dimostrazione della crescente complessità delle architetture nonchè della loro convergenza.
Una vasta platea, dunque, ha accolto Carly Fiorina, chairman e Ceo di Hp, che con la sua presenza ha indirettamente testimoniato l’importanza che riveste lo storage per la società statunitense.
La Fiorina ha ribadito l’impegno della società per seguire i clienti nell’evoluzione delle loro esigenze. Anche perché sarebbe proprio questo cambiamento la causa dell’innegabile “consolidamento del mercato”. La manager ha infatti affermato che quest’ultimo «non dipende da un ciclo economico naturale, ma da cambiamenti radicali dei bisogni delle aziende. Le aziende non aspettano più “la next big thing”, ma si concentrano su aspetti più concreti: il ritorno dagli investimenti e un reale valore per il proprio business».
Non si tratta di una svolta epocale, ma di un cambiamento radicale nell’approccio al mercato di molti vendor e chi non lo capisce rischia di perdere il treno della ripresa. Indirizzando queste esigenze e aiutando le imprese a far evolvere le proprie strutture e le loro attività, invece, si facilita lo sviluppo del mercato. «Non siamo a un incrocio – ha concluso Carly Fiorina – stiamo proseguendo su una strada intrapresa da tempo e per andare avanti non resta che fare un passo dietro l’altro».
Hp ha i prodotti, le tecnologie, le risorse, i servizi per aiutare i clienti a percorrere questa strada, che a Ensa@Work appare costellata di novità architetturali e di nuove soluzioni (oltre 24 annunci). La Fiorina ha voluto personalmente segnalare le tre principali (si veda anche “Lo storage Hp al lavoro a Ensa@Work 2003”, nel link in calce a questo articolo): la nuova potente architettura blade server, con il primo blade server a quattro processori, e l’analoga architettura blade 3 tier per data center; la nuova generazione di AlphaServer basati sul nuovo processore EV7, che rappresenta un ulteriore passo per la migrazione verso Itanium; la dimostrazione di un’infrastruttura di storage eterogenea con oltre 1000 porte Fibre Channel e varie tecnologie di integrazione che vedono protagonisti anche partner del calibro di Brocade e Microsoft.
Queste sono solo tre delle molte novità in mostra ad Amsterdam, dove sono presenti anche 21 dei principali partner per lo sviluppo e la realizzazione delle architetture storage di Hp.
Queste novità, insieme all’impegno con i partner, l’innovazione tecnologica sempre tesa a massimizzare la flessibilità, l’adesione agli standard, l’apertura dei propri sistemi (la Fiorina ha voluto anche ricordare che Hp è il principale fornitore di server basati su Linux) sono i fondamenti con cui Hp si rivolge ai propri clienti con un’architettura e una strategia mirata a ridurre le spese di acquisizione e quelle operative e a massimizzare lo sfruttamento delle risorse. In altre parole, le basi per indirizzare le nuove richieste di solidità delle imprese.
Il modello è quello dell’Utility Data Center, un centro dati che fornisce servizi al resto dell’impresa piuttosto che mettere semplicemente a disposizione delle risorse di server e storage. Un modello che, secondo Carly Fiorina, è necessario perché: «Nei prossimi tre anni si produrranno più dati che in tutta la storia dell’umanità».