Forti contrasti in fatto di performance tra i big dei pc in Italia

Balzi e crolli emergono analizzando la classifica dei player del settore personal, stilata da Sirmi. Tra i primi 10 vendor, ben cinque hanno accusato trend negativi. Il mercato ha visto scendere a 2,960 milioni le unità vendute, che si confrontano con i 3,170 milioni del 2001.

 


Il 2002 è stato un anno difficile per produttori e rivenditori di personal. I primi consuntivi lo mostrano chiaramente. È il caso, ad esempio, dei dati sugli acquisti di computer da parte dei vari settori di utenza italiana, appena "sfornati" da Sirmi.


Le grandi aziende (industria, commercio e servizi), hanno ridotto gli acquisti di personal del 17% rispetto al 2001. Le imprese di medie dimensioni hanno comprato per il 14% in meno. Il comparto finanza ha assorbito l’11% in meno e le telecomunicazioni hanno fatto peggio scendendo del 12%. Il mondo consumer ha ridotto del 10% gli acquisti di computer. Salvo il settore pubblico, che ha aumentato la spesa per personal del 29%, anche le altre aree di utenza sono andate in rosso. È il caso dell’education (scuole e università), che ha assorbito il 3% in meno, delle piccole aziende che hanno ridotto gli acquisti dell’1,7%, e del software (-1,8%).


La flessione complessiva delle vendite è stata così del -6,6%, con due milioni e 960mila computer forniti dai produttori. In termini assoluti si tratta di 210mila macchine in meno rispetto al 2001. Particolarmente penalizzati sono stati i pc server, che hanno subìto una flessione del 17,8%, seguiti dai desktop per il mondo consumer (-14,3%), dalle pc workstation (-9,5%) e dai desktop professionali (-8,9%). Solo i notebook hanno incrementato le vendite del 7,9% e con 856mila unità vendute rappresentano ormai quasi il 30% del mercato pc italiano.

Chi guadagna e chi perde


Se il calo delle vendite è stato significativo per tutti i tipi di personal, salvo per i portatili, non per tutte le marche le cose nel 2002 sono andate nello stesso modo. In primo luogo, c’è stato un aumento della concentrazione delle vendite nelle prime dieci marche, che hanno guadagnato l’1,9% salendo al 76,8% del mercato in unità. Una spinta verso la concentrazione è venuta certamente dagli acquisti della Pubblica amministrazione, che con il meccanismo di gare di appalto centralizzate fa in modo, di fatto, che vincano poche aziende.


In termini di concorrenza, o per meglio dire di spazio per i più piccoli, questo si apre maggiormente quando aumentano le quantità vendute. Infatti, si nota come le marche dopo le prime venti abbiano realizzato ben il 58% delle proprie vendite nell’ultimo trimestre. Ma anche in testa alla classifica dei brand più venduti ci sono stati cambiamenti significativi. Fra le prime dieci, sette hanno aumentato il proprio market share: Acer, al secondo posto ha guadagnato ben quattro punti; Ibm al terzo, ha incrementato di quasi un punto. Si difendono Olidata, salita dal quinto al quarto posto (favorita dal merger Hp-Compaq) e Cdc, che la segue da vicino. Quote in leggera crescita anche per Toshiba, Nec Computer e Asus, che troviamo rispettivamente all’ottavo, nono e decimo posto.


Non sembra aver sortito effetti positivi, invece, la fusione fra Hp e Compaq, che ha portato la nuova unità in testa alla classifica generale, ma con una perdita di oltre centomila pezzi e di due punti della propria quota di mercato. Anche Fujitsu Siemens e Tecnodiffusione hanno avuto una flessione della quota.


In termini di quantità, fra le prime dieci della classifica hanno venduto di più Acer, Ibm, Cdc, Toshiba e Asus. In flessione Hp-Compaq, Olidata, Fujitsu Siemens, Tecnodiffusione e Nec Computer.


Proseguendo nell’analisi di Sirmi, dopo il decimo posto troviamo Apple, calata del 10% in unità e del 4,1% in quota di mercato, mentre un sostanzioso balzo l’ha fatto Elettrodata, oltre il 57%, con i pc venduti a proprio marchio. Un vistoso crollo sembra aver subìto Dell, tredicesima, che ha quasi dimezzato le vendite. Scendendo nella classifica troviamo Ics Olivetti, anch’essa crollata a metà produzione da un anno all’altro (88mila unità nel 2001, 45.200 nel 2002). Pur considerando che i numeri piccoli sono facilmente incrementabili, va segnalata la performance di Megabyte (quindicesima) che ha aumentato le vendite di oltre il 110%.


Previsioni per il 2003? Secondo Sirmi non è ipotizzabile una ripresa massiccia delle vendite: se andrà bene sarà un anno piatto, con diecimila macchine in meno rispetto all’anno scorso.

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