Il multicanale vince nell’e-commerce

L’indagine del Politecnico di Milano certifica la crescita del settore dove i maggiori volumi di vendita sono sviluppati da assicurazioni e punti vendita di informatica

16 maggio 2003 L’e-commerce italiano cresce, passa dai 2.350 siti
del maggio 2000 ai 7.060 del maggio 2003 ma non nasconde le difficoltà di questi
anni. L’indagine della scuola di ingegneria gestionale del
Politecnico di Milano presentata da Andrea Rangone, certifica
infatti un’alta mortalità dei punti vendita online dei quali due su tre di
quelli censiti nel 2000 non hanno resistito alla crisi della new economy.
Nonostante questo il settore è cresciuto, anche se non con i tassi di crescita
previsti dagli analisti, e oggi ha un fatturato che si aggira sui 711 milioni di
euro. Per quanto riguarda il numero dei siti con il 18 e il 16%
alimentare e abbigliamento sono le categorie
più rappresentate all’interno dell’indagine che preso in esame solo
i merchant che vendono beni fisici. La classifica cambia però se si va
a guardare le vendite. In testa ci sono le assicurazioni che con lo 0,2% come
numero di siti sviluppano il 20% del fatturato totale del settore, seguiti dai
negozi di informatica ed elettronica (9% per numero di siti e 19% per fatturato)
e dal turismo (6%-17%).


Quello del commercio elettronico rimane comunque un mercato
abbastanza concentrato dove i primi venti operatori realizzano il 64% delle
vendite, il multicanale ha preso il sopravvento rispetto ai pure player (63%
contro 37%), la carta di credito vilizzata per gare il 58% degli acquisti e la
grande distribuzione non ha ancora deciso di entrare in forze. Solo il 20% della
Gdo food ha una presenza nell’e-commerce, mentre nel non food si scende al 16%.
L’indagine del Politecnico ha diviso in gli operatori in tre grandi categorie:
formicaio, veri multicanale e pure player innovativi.


Il formicaio è formato dalla gran parte dei siti censiti che
presentano bassi gradi di integrazione multicanale e innovazione. La stragrande
maggioranza di questi siti, sentenzia l’indagine, sta ottenendo risultati
scarsissimi. Si tratta di dot com senza elementi di innovatitività e imprese
tradizionali che non sfruttano i propri asset in una logica multicanale. I
pure player innovativi sono quelle imprese (misterprice.it,
eprice.it) che hanno saputo interpretare Internet in modo innovativo con
un’offerta originale rispetto ai competitori tradizionali, mentre i veri
multicanale sono imprese tradizionali che hanno impostato un modello di business
basato sull’integrazione tra il Web e il canale tradizionale. I veri
multicanale
si dividono fra gli operatori della grande distribuzione e
distribuzione organizzata (esselunga.it, mediaworld.it) , piccoli operatori
commerciali (clupviaggi.it, orchideaviaggi.it) e gli operatori specializzati
nella vendita a distanza (giordano-vini.com, oliocarli.com).

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