Ci siamo. Sbloccato l’aspetto legislativo, anche da noi possono partire i servizi commerciali legati alla tecnologia di connessione senza fili alla Rete. Dalla visione di alcune installazioni già operative, si ricava l’idea che la qualità dell’offerta sia buona. Ma che tutto questo renda realmente p
17 luglio 2003 Nei giorni scorsi, abbiamo avuto l’opportunità di
tastare con mano le possibilità offerte dal Wi-Fi.
E anche
di capirne meglio le potenzialità.
Muniti di apposito portatile (basato su
processore Intel Centrino), siamo stati portati in alcuni
luoghi della Sicilia, con precisione nel catanese, potendo in ognuno di essi
collegarci direttamente a Internet o alla propria posta, in modalità wireless,
seduti a un tavolo di ristorante, in spiaggia o addirittura in cima all’Etna.
In quest’area siciliana ci sono già diversi hot spot, soprattutto grazie
alle sperimentazioni condotte dall’Isp locale Videobank, che ha
installato infrastrutture per il Wi-Fi in alberghi, enti pubblici e, in tempi
recenti, anche intere aree urbane (il comune di Ragusa, per esempio).
Il
recente via libera governativo all’uso commerciale di questa
tecnologia consentirà ora di monetizzare, per chi è già partito con le
sperimentazioni “pubbliche”, il lavoro svolto, direttamente con interlocutori
che fin qui hanno pagato solo il noleggio delle infrastrutture o con tutti
coloro che vorranno sfruttare per se stessi il servizio, pagando tariffe
pacchettizzate a tempo per la connessione.
Il potenziale di business
appare molto interessante per chi vorrà cimentarsi su questo fronte:
pensiamo alle numerose aree del Paese in cui il lavoro va ancora impostato
dall’inizio.
Certo, ci vorrà parecchio tempo per vedere una copertura
territoriale paragonabile a quella oggi disponibile con la telefonia cellulare,
ma i costi, sia sul lato utenti che su quello fornitori, sono senz’altro
inferiori. In un Paese come il nostro, ancora “internetizzato” in modo
parziale, gli affari che si potranno fare con l’utenza individuale non paiono
destinati a generare cifre troppo significative, ma per il crescente numero di
lavoratori “mobili” l’opportunità è di certo interessante, anche perché la
qualità e la velocità delle connessioni è in genere buona, almeno ora che non ci
sono troppi utenti simultanei in linea.
Avremmo una sola nota di dissenso.
Si tende ad associare a questo nuovo modo di fruire del computer il concetto di
libertà. Ma siamo sicuri che lavorare di fronte a un mare cristallino o mentre
si attende il solito aereo in ritardo corrisponda a questo ideale?