Mercato stampanti in crescita. Le ink jet rimangono in testa

Settembre 2003,Resta alta in Italia la richiesta di stampanti. Lo sostengono le rilevazioni Gfk Marketing Services Italia relative al bimestre febbraio-marzo 2003, che mostrano una contrazione delle vendite del 6,5%, rispetto allo stesso periodo del 20 …

Settembre 2003,
Resta alta in Italia la richiesta di stampanti. Lo sostengono le rilevazioni
Gfk Marketing Services Italia relative al bimestre febbraio-marzo
2003, che mostrano una contrazione delle vendite del 6,5%, rispetto allo
stesso periodo del 2002. Un calo della domanda che non ha avuto ripercussioni
sul giro di affari relativo, che è anzi aumentato del 5,1% rispetto
a un anno prima.

I modelli più richiesti
Nel bimestre considerato sono state acquistate oltre 352mila stampanti
per personal computer, per una spesa complessiva di oltre 104 milioni
di euro. I modelli più richiesti in assoluto restano quelli basati
sulla tecnologia a getto di inchiostro, che rappresentano oltre il 77%
delle vendite complessive. Le ragioni di questo successo vanno ricercate
nel costo e nella versatilità dei prodotti adatti. Al secondo posto,
dopo le ink jet, figurano le stampanti laser che, fra febbraio e marzo
2003, hanno rappresentano quasi il 19% delle vendite totali. Negli ultimi
dodici mesi la domanda per questo tipo di prodotti è cresciuta
del 47,4%, con vendite che hanno superato le 65mila unità.
Grazie a questo exploit il giro di affari collegato alle laser ha raggiunto
la soglia dei 60 milioni di euro, con un aumento percentuale del 38,7%
rispetto allo stesso bimestre dell’esercizio precedente. Con un incremento
delle vendite pari all’11,9%, le stampanti ad aghi hanno invece superato
le 14mila unità. Il fatturato per questo tipo di periferiche è
addirittura aumentato, poiché il loro prezzo medio è salito
sia pure di un solo euro. Chi ha venduto stampanti ad aghi ha incassato
la cifra complessiva di oltre 8 milioni e mezzo di euro. Netta battuta
d’arresto, infine, per le stampanti termiche. Ne sono state acquistate
poche centinaia, per un fatturato che non ha raggiunto gli 800mila euro,
oltre il 75,5% in meno rispetto al 2002. Il crollo del fatturato delle
stampanti termiche, però, non è dovuto solo al calo della
domanda, scesa del 47,8%, ma anche alla flessione del prezzo medio che,
per questo tipo di prodotti è stata del 53,1%. Un fenomeno che
ha interessato anche le laser, che hanno perduto il 6%, portandosi a quota
904 euro, mentre le ink jet sono scese a 131 euro, pari a un 9% in meno.

Cambia la distribuzione
A distanza di un anno sono cambiate anche le quote di mercato detenute
dai vari canali che distribuiscono stampanti. I computer shop, che nel
2002 avevano commercializzato quasi il 50% di tutte le stampanti e detenevano
il 35% del valore di mercato, hanno visto scendere le proprie quote rispettivamente
al 33 e al 22,2% in termini di quantità totale e giro di affari.
Rispetto a dodici mesi fa hanno guadagnato spazio principalmente le software
house, che hanno visto passare dal 21,6 al 29,7% la propria quota in termini
quantità, e registrato una crescita del fatturato che ha superato
il 62% del totale. Un fattore, quest’ultimo, dovuto principalmente al
fatto che le software house hanno venduto quasi il 70% di tutte le stampanti
laser acquistate nel bimestre. Per gli altri tre canali considerati da
Gfk le variazioni sono state, invece, meno consistenti: gli office equipment
retailer hanno aumentato di un punto la propria quota di mercato in quantità;
i negozi di elettronica di consumo di quasi quattro punti e i mass merchandising
di tre punti. In termini di valore, le quote dei tre canali si sono mantenute
sui livelli dell’esercizio precedente.

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