Gli analisti avanzano dubbi sull’effettiva capacità di Hp di competere con Ibm e Dell. Carly Fiorina risponde punto per punto: la strada è chiara e i risultati si vedono. Intanto annuncia la fusione di due business unit in un’unica entità e prepara qualche acquisizione
10 dicembre 2003 E’ maretta tra gli analisti e Carly
Fiorina. Non sono in pochi, a Wall Street, a sollevare qualche
perplessità circa l’effettivo posizionamento di Hp a fusione avvenuta e
completata. Ora, che sarebbe giunto il momento della crescita, dopo
l’inevitabile periodo di “aggiustamento”, c’è chi comincia a sollevare
perplessità sulla consapevolezza di quel che Hp voglia fare da grande e,
soprattutto, se al di là delle economie di scala, la nuova entità sia ben
posizionata per competere nei confronti di una Ibm o una
Dell.
Qualche rassicurazione, è ciò che in fondo sembrano
chiedere le diverse società di analisi, qualche elemento concreto che possa far
presagire crescite consistenti, soprattutto in aree diverse dal printing, dove
la leadership dell’azienda resta indiscussa.
Ciò che gli analisti di fatto
lamentano è la maggiore propensione dell’azienda a essere follower, piuttosto
che leader o anticipatore. E c’è chi ricorda che Hp aveva a suo tempo fatto
ingresso nel mercato pc perchè vi era Ibm, era entrata nelle workstation in
competizione con Sun e addirittura ha fatto prove generali di vendita diretta in
competizione con Dell. Le ultime strategie dirette al consumer sarebbero poi
orientate a contrastare Dell, Gateway e Apple.
Ma c’è anche chi considera
poco opportune queste critiche, soprattutto nel momento in cui Hp mette a segno
una trimestrale con tutte le business unit non solo in crescita ma anche in
utile.
E in mancanza di dati oggettivi, c’è chi avanza allora il dubbio che
in realtà le business unit non siano ancora perfettamente integrate e si domanda
i motivi della diaspora di un certo numero di manager, avvenuta negli ultimi
mesi.
E’ chiaro che Carly Fiorina non poteva non rispondere
alle critiche o alle perplessità degli analisti. E lo fa precisando che al di là
di essere un anticipatore o un follower, resta il fatto che l’azienda ha una
posizione di leadership in ciascuno dei segmenti nei quali ha scelto di
competere. E che dopo il trimestre chiuso a luglio, nel quale non ha raggiunto
gli obiettivi fissati, ha segnato una ripresa importante nel trimestre
successivo, ripresa per altro confermata anche per il quarter in corso.
E a
chi vede Hp stretta tra Dell e Ibm, Fiorina risponde che i fatti non supportano
la tesi: risultati migliori del previsto sull’intero esercizio fiscale e
continua riduzione dei costi.
Si può fare di meglio, lo ammette anche lei, ma
la strada è tutt’altro che oscura. Tanto che per il prossimo esercizio Fiorina
sarebbe fortemente intenzionata a rendere visibili i risultati
dierivanti dal software, così come dovrebbe continuare nella politica
di acquisizioni, soprattutto nel software. Realtà piccole, precisa il Ceo
e smentisce qualsiasi voce che la vedrebbe interessata a portarsi in
casa un gigante dei servizi come Eds. Piuttosto, e questa decisione
avrà effetto della prossima primavera, meglio unire le attività della unit
servizi e di quella dedicata al segmento high end in un’unica business unit
ribattezzata “technology solutions”.
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