A Ict Trade l’aggregazione è un accordo che corre sull’asse Treviso-Bolzano. E si spinge ancora più a Est.
9 giugno 2004 La notizia in realtà era già stata ufficializzata circa un mese fa.
Ma se l’invito è a cercare nuove forme di aggregazione, loro ne sono l’esempio palese.
E non è proprio un caso che Maurizio Cuzari ne faccia menzione ancora prima di dare il via ufficiale ai lavori dell’edizione 2004 di Ict Trade.
”Loro” sono Informatica Palesa e Aldebra e, dopo un colpo di fulmine scoccato più o meno un anno fa, hanno deciso di fondersi.
”Matrimonio in chiesa”, lo definisce Giorgio Palesa, destinato a essere registrato in Comune al 31 dicembre di quest’anno.
Palesa, oltre 30 anni nel mercato It, spiega così la genesi di queste nozze. ”Negli ultimi anni Informatica Palesa era ferma nell’orbita dei 15 miliardi di lire di fatturato. Troppo grandi per rimanere confinati a Treviso, ma troppo piccoli per poter essere considerati interlocutori nazionali. È così che ho cominciato a pensare alla logica dell’aggregazione, cercando di attirare su questa idea altri imprenditori veneti”.
Ma qui Palesa si è scontrato.
Non con i bilanci.
Non con gli obiettivi.
Non con le prospettive.
Con la mentalità.
”E’ stato impossibile – racconta – convincere gli imprenditori veneti a togliersi il cappello del paròn, per indossare quello dell’azionista. La vera difficoltà era stilare l’organigramma”.
Benedetto il colpo di fulmine allora.
Perché Aldebra, con sede a Trento, alla logica dell’aggregazione ci era già arrivata. Aggregando, per l’appunto, due software house milanesi, Hintersoft e Atlantis Software Group, la software house trentina Sia, VeronaSud Sistemi di Verona, System B di Bolzano, Studio Logica di Castelfranco Veneto.
Il tutto in un’ottica di complementarietà e di managerialità.
”L’obiettivo oggi è dar vita a una realtà da 30 milioni di euro di fatturato, con 220 persone, cento delle quali sistemisti, in grado di operare lungo l’asse Milano-Verona-Treviso-Udine e da lì verso i Paesi dell’Est, Romania in primis. E anche lungo l’asse Merano-Bolzano-Trento-Verona per poi spingersi all’Emilia Romagna”.
Un mix di competenze e di cultura informatica, unito a un patrimonio di clienti che hanno nomi come Benetton o De Longhi, o che comprendono le Industrie aeronavali di Finmeccanica.
Chiaro che l’espansione è dietro l’angolo.
Con la quotazione in Borsa, prima o poi. O con l’ingresso di una banca nell’azionariato, soprattutto per sostenere la crescita verso i mercati nuovi.
Ma senza rinunciare a quello che Giorgio Palesa considera fondamentale: l’attenzione e il rispetto per il linguaggio dei clienti. ”Amo i miei clienti – dice convinto – non i miei prodotti”.
Entro due anni la nuova realtà, che si chiamerà Aldebra Spa, vuole arrivare a fatturare 50 milioni di euro, con un organico di 300 persone.
Un sogno? Forse. “Ma un imprenditore senza sogni è finito. Il sogno è la logica che sottende al profitto”.
E il sogno di Giorgio Palesa è senza dubbio questa nuova avventura.
Resta il dente avvelenato con i suoi corregionali. ”Perché si parla tanto di crisi del Nord Est? Perché abbiamo tutti la pancia piena. Ha presente Rocky III? Rocky era finito, davanti al suo avversario con gli occhi iniettati di sangue. L’imprenditore veneto non li ha nemmeno lui. E forse, come Rocky, farebbe bene a tornare in palestra”.