Dopo aver "guerreggiato" per un po’ di tempo, i due consorzi antagonisti sul fronte delle future tecnologie di I/O sembrano sul punto di convergere verso obiettivi e sviluppi in comune. Le divergenze risalgono a circa alla fine dello scorso a …
Dopo aver "guerreggiato" per un po’ di tempo, i due consorzi antagonisti
sul fronte delle future tecnologie di I/O sembrano sul punto di convergere
verso obiettivi e sviluppi in comune.
Le divergenze risalgono a circa alla fine dello scorso anno, allorquando
Ibm, Compaq e Hp decisero di produrre "in proprio" un successore del bus
Pci (controllato da Intel), passando per un’evoluzione intermedia,
denominata PciX, per arrivare al nuovo standard Future I/O. Al trio si
aggiunsero poi, in seguito, 3Com, Cisco e Adaptec. La risposta di Intel fu
la costituzione di un consorzio alternativo, con Dell, Sun e altri
costruttori, per lo sviluppo e il sostegno del proprio Next Generation I/O
(Ngio).
Ora, sembra che la questione sia destinata a ricomporsi e che tutte le
aziende coinvolte stiano già cercando un nuovo nome per lo standard comune
,
che verosimilmente sarà pronto per l’uscita di McKinley, secondo capitolo
del salto Intel verso i 64 bit. Prevarrebbe così il senso comune sulla
ragion di stato, visto che, da un lato, Intel ha tutto l’interesse a
garantirsi l’ascesa verso la fascia di sistemi high-end con il supporto di
tutti i grossi calibri che l’hanno sempre sostenuta e, dall’altro, i
produttori di server potranno continuare a godere dei vantaggi legati alla
standardizzazione dei componenti, che porta con sé rilasci in alti volumi
e
costi più bassi per tutti.
I negoziatori delle due parti, secondo fonti interne, avrebbero stilato una
proposta d’intesa, che ora andrà al vaglio dei rispettivi consorzi per
l’approvazion. La Future I/O Allinace potrebbe già esprimersi nell’arco di
una settimana, mentre Intel vorrebbe aspettare il proprio Developer Forum,
in programma a partire dal 31 agosto, per dare l’annuncio. D’incanto,
andrebbero così a cadere gli elementi di critica reciproci, che le parti s
i
sono scambiate per mesi. I sostenitori di Future I/O, infatti, ritenevano
che Ngio non era in grado di trasferire dati a una velocità accettabile,
mentre dall’altra parte si argomentava che la soluzione concorrente sarebbe
arrivata troppo tardi e sarebbe stata troppo costosa. Indubbiamente, Intel
ha preso un vantaggio, annunciando in luglio la versione 1.0 di Ngio, che,
fra l’altro, comprendevano la tecnologia delle "fat pipes", per velocizzare
proprio il trasferimento dei dati da server a dispositivi come le schede di
rete. Su questa base, peraltro, sembra sia scattata la decisione delle
parti di ragionare in comune e trovare un futuro di sviluppi congiunto.