Anche nell’e-commerce l’elettronica di consumo batte l’It

Secondo l’osservatorio del Politecnico di Milano il mercato è fatto soprattutto dagli operatori della distribuzione moderna

21 giugno 2004 Ict ed elettronica di consumo
nell’e-commerce viaggiano a due velocità. Secondo l’osservatorio del Politecnico
il fatturato dei negozi on line specializzati in questi due comparti nel 2003 è
stato di circa 175 milioni di euro (il 15% del totale) con una crescita del 30%
abbondantemente inferiore rispetto a quella del b2c. Il risultato è frutto di
fatturati stazionari o in leggera flessione nell’informatica e
aumenti anche sostenuti nell’elettronica di consumo. Il grosso del mercato,
circa tre quarti, è di fatto appannaggio dei pochi operatori della distribuzione
moderna che hanno deciso di investire nella presenza on line e delle principali
dot com storiche che operano secondo il modello del rivenditore on line senza
scorta o virtual reseller. I nomi principali sono gli stessi di un anno fa:
Misterprice.it, Chl.it, Erpice.it, Epto.it che puntano su una elevatissima
ampiezza di gamma e prezzi competitivi.


Il loro punto di forza consiste nella capacità di presentare informazioni
tecniche, prezzi aggiornati e disponibilità per un amplissima gamma di prodotti
riuscendo nello stesso tempo a mantenersi snelli in termini di scorte. Il
modello logistico adottato sempre più spesso prevede l’acquisto sul venduto dai
distributori, la consegna diretta al cliente per ordini mono-fornitore e il
passaggio da magazzini di consolidamento nel caso di ordini multi-fornitore.
Sono poi attivi un buon numero di siti che presentano un’accentuata
focalizzazione su specifiche categorie merceologiche, mentre
per quanto riguarda la distribuzione moderna si conferma la situazione dello
scorso anno. A eccezione di Mediaworld, Essedì, Unieuro ed Export, le catene
specializzate non sono ancora scese in campo.


Un ruolo non trascurabile è svolto da alcuni rivenditori con forte presenza
locale, spesso con offerta attrattiva in alcune categorie merceologiche, che
tentano di imporsi in aree geografiche differenti rispetto al loro tradizionale
bacino di utenza e che usano la rete come canale complementare di servizio per i
loro clienti abituali (Bow.it e Marcuccishop.it). Il restante 25% del mercato si
divide tra una miriade di siti di piccoli rivenditori locali,
piccole imprese commerciali, dot com orientate alla vendita di software, servizi
Internet e banche dati o prodotti usati. A parte Dello no praticamente assenti i
gradi produttori di informatica ed elettronica di consumo.

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