Sicurezza, servizi Web e storage, sono tre delle attuali forze di traino dell’Ict, oltretutto intimamente connesse. Un trimestre “da urlo” per il software di gestione della memorizzazione (+23%, cifra che non si vedeva da tempo) apre il campo alla popolarizzazione delle soluzioni.
Quello dell’It è un mercato dominato dalle tre “s”. I tre cavalli di punta che trainano la corsa alla ripresa degli investimenti in Information technology, infatti, si chiamano sicurezza, servizi Web e storage.
Tutti e tre afferiscono alla stessa missione di fondo: consentire la persistenza e lo scambio di dati in un ambito protetto.
Che poi le prime due aree siano intimamente più connesse di quanto si pensi, lo ha confermato (anche pro domo sua se vogliamo) il chief security officer di Sun, Whitfield Diffie, il quale al recentissimo NetSec 2004 di San Francisco ha inciso sulla pietra il seguente assunto. “I servizi Web sono la più grande sfida della sicurezza di rete per il 21esimo secolo, perché impongono che gli utenti facciano girare codice e dati su macchine di cui non hanno il minimo controllo”.
Il che è equivalso a dire che la partita va obbligatoriamente giocata (cioè si deve essenzialmente investire in servizi Web e sicurezza, con tutto ciò che ne consegue, a livello di integrazione applicativa) e vinta (cioè si deve farlo bene).
Il problema, quindi, è la transizione del dato e la sua messa in sicurezza. Testimonianza ulteriore, anche del trend contingente, è la straordinaria crescita del mercato del software per lo storage, che nel primo trimestre dell’anno è cresciuto di oltre il 23% (secondo Idc), raggiungendo una massa critica di 1,85 miliardi di dollari. Una crescita in doppia cifra, in tutti i segmenti dello storage software, che riporta indietro negli anni con la memoria per trovarne una simile.
Ma bando ai sentimentalismi e capiamo il perché di tale crescita. Il mercato si è accorto, in sostanza, dell’improrogabilità dell’investimento in soluzioni di archiviazione e di backup. E infatti, tale segmento dimostra di essere sempre quello trainante del software di storage, crescendo del 22% nel primo trimestre.
L’affondo dell’Srm
Ma si è anche accorto dell’importanza della gestione delle risorse: ecco, quindi, l’aumento di oltre il 32% del mercato Srm (Storage resource management, quelle soluzioni, cioè, che aiutano l’efficienza operativa e migliorano l’utilizzazione degli asset e generano Roi dell’It), una crescita che fa passare in secondo piano quelle, seppur buone, dei segmenti della storage replication (+18%) e del file system (+12%).
Specchio di un trimestre “da urlo” nel quale le aziende utenti hanno messo mano a tutto l’impianto di gestione delle proprie informazioni, sono gli andamenti dei principali fornitori di software per lo storage.
Emc ha aumentato il proprio fatturato di 145 milioni di dollari (da 411 a 556 milioni) per arrivare alla maggioranza relativa del mercato: 30,1%. Veritas, seconda con il 22,8% del mercato, ha venduto per 81 milioni di dollari in più, fatturando 421 milioni, e Computer Associates, terza con il 9,5% del mercato, è cresciuta di 36 milioni (è di 175 milioni, il fatturato di trimestre per il software di storage). Poi vengono Ibm (8,2%) e Hp (6,9%). I risultati sono stati talmente convincenti che hanno dato l’aire a Emc di mettere mano alla propria struttura, con l’animo di chi intende assestare l’allungo definitivo. A Hopkington, infatti, hanno creato una business unit dedicata al software che combina le competenze provenienti da Documentum, Legato e Open Software. Un unico ombrello, quindi, per tutto il software dal quale, però, è esclusa Vmware, che la società ha deciso di far rimanere un’entità a se stante, che lavorerà a pieno titolo anche con i competitor di Emc. L’Emc Software Group, questo il nome, ha un bersaglio: Veritas. Il management di Emc lo ha espresso a chiare lettere.
La reazione dei competitor va letta nei prodotti. Come nell’annunciata nuova versione, ora disponibile, del TotalStorage San File System di Ibm, preparata per poter lavorare con una più ampia gamma di server e ambienti storage. Un passo epocale, perché introduce Ibm sul fronte dell’interoperabilità delle piattaforme.
O, anche, in una “banale” disponibilità di Nas per consolidare gli archivi di dati con Windows Storage Server 2003, gli Hp StorageWorks Nas 2000 e 1200. Complementare è l’accordo con CommVault Systems per fornire alle Pmi che utilizzano Nas su Windows una suite software integrata per la gestione e sicurezza dei dati. La collaborazione di Hp con CommVault è significativa, in quanto è volta allo sviluppo di soluzioni semplici per proteggere e gestire i dati, e quindi trova nelle Pmi il naturale bacino di accoglienza.