Con Teach to the future Intel chiama i docenti alla lavagna

Il programma di formazione è attivo in oltre 20 Paesi worldwide

Per migliorare l’apprendimento e con esso i risultati scolastici degli
studenti, Intel ha pensato bene di fare un passo indietro e di "lavorare"
sugli insegnanti. E lo ha fatto dando vita a Teach to the future, un programma
realizzato in oltre 20 Paesi di tutto il mondo che ha come scopo quello di aiutare
il corpo docente a integrare l’uso della tecnologia informatica nei propri
piani di studio.
E non è un caso che in Italia, dove il programma è partito da
circa un anno, il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
si sia proposto come partner dell’iniziativa.

«Nonostante la consistente introduzione di tecnologie informatiche
negli istituti scolastici di casa nostra il riscontro in termini di conoscenza
è, infatti, ancora molto basso
», ha affermato Alessandro
Musumec
i, direttore generale del servizio d’Innovazione Tecnologica
del ministero dell’Istruzione.
Così, cercando di non urtare la suscettibilità di alcuni insegnanti
che con le tecnologie hanno poco feeling, «si è scelto di incanalare
le competenze, collocare nel giusto contesto l’apprendimento delle nuove tecnologie,
creare strumenti che producano, non ri-producano, la cultura
– ha continuato
Alessandro Efrem Colombi, docente di Tecnologie dell’Istruzione
presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università
di Bologna -. Il tutto seguendo tre fasi, che vanno dalla localizzazione
dei curricula degli insegnanti alla formazione dei formatori, fino al monitoraggio
dell’assistenza nella fase in cui gli insegnanti si confrontano con il concetto
didattico, ovvero il contesto nel quale poi l’insegnamento andrà calato»
.
Lo scopo è, per l’appunto, quello di fornire strumenti per la creazione,
per esempio, di database per personalizzare le schede didattiche di ogni singolo
studente.
Ed ecco allora che, su segnalazione del ministero dell’Istruzione dell’Università
e della Ricerca, sono stati individuati in tutt’Italia i nominativi di oltre
un centinaio di insegnanti competenti in metodologia didattica che, rivestiti
del ruolo di Master Teacher, sono stati formati allo scopo di far comprendere
ai propri colleghi che lo strumento tecnologico è a favore, non contro
la didattica e il ruolo stesso degli insegnanti.

Un compito preso alla lettera, visto che a oggi sono oltre 7mila i docenti che
nel Bel Paese hanno scelto di aderire al programma. E non sono i soli. Entro
la fine dell’anno in corso si calcola che coloro che avranno completato
il programma negli oltre 20 Paesi sparsi per tutto il mondo in cui Teach to
the future è attivo supereranno il milione.
Alla fine, in Italia, tre anni di lavoro con le istituzioni e di dialogo continuo
con gli insegnanti e gli studenti hanno prodotto un volume (intitolato Educazione
e tecnologie) corredato da Cd Rom, riaggiornato tre volte nel giro dell’ultimo
anno (prima era troppo Windows-oriented, ora è improntato all’open
source), che propone una rassegna ragionata dei nuovi strumenti, cosiddetti
tecnologici, disponibili per qualificare l’azione educativa dentro e fuori
la scuola.

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