Gli accordi vengono sottoscritti direttamente dai vendor, ma un certo margine di libertà per gli operatori di canale c’è. Il bundle notebook e scheda Gprs è azzeccato perché richiesto dal cliente, ma anche perché rapp …
Gli accordi vengono sottoscritti direttamente dai vendor, ma un certo margine
di libertà per gli operatori di canale c’è. Il bundle notebook
e scheda Gprs è azzeccato perché richiesto dal cliente, ma anche
perché rappresenta un pretesto per avvicinare il computer shop al sempre
florido mercato della telefonia. Infatti, per vendere questi dispositivi non
è necessario essere dei rivenditori di telefonia in quanto sono considerati
accessori a corredo dei notebook. L’opportunità i distributori l’hanno
colta al volo e molti di loro si sono attrezzati con divisioni specifiche e
cataloghi ad hoc. C’è qualcuno che rimane scettico, come Giorgio
Ascoli, direttore generale di Executive: «Mi sembra meglio
collegare il Pda o lo smartphone al notebook per avere la connettività,
tramite le porte a infrarossi o bluetooth, la rete Umts non è ancora
affidabile e l’utente business, chi usufruisce di più di questo servizio,
non è un utente da schedina prepagata». Punti di vista. Come
quello di Federico Di Palmo (foto), project leader del mobility
& wireless program messo a punto da Ingram Micro. «Non distribuiamo
questo tipo di soluzioni su tutto il canale, ma solo tra corporate dealer, Gdo
e Gds (un 15% del portafoglio) e indubbiamente i volumi garantiti da questi
operatori sono decisamente alti. È anche vero che attualmente le vendite
di questi bundle rappresentano al massimo un 3% della nostra offerta notebook,
ma la percentuale è destinata a crescere». Di Palmo
ha realizzato un catalogo specifico di soluzioni di mobilità da proporre
ai dealer, mettendo insieme in modo ragionato tutte le offerte specifiche dei
vendor. La prima versione è stata pubblicata a marzo, la prossima è
disponibile da questi giorni. «La costruzione del bundle – afferma
Di Palmo – alla fine è sempre di competenza dei
vendor, il distributore interviene per veicolare l’offerta sul mercato più
opportuno oppure come supporto logistico. È certamente meglio lasciar
fare ai vendor perché loro possono spuntare un prezzo interessante e
investono in marketing e pubblicità, difficile dunque che questi bundle
partano dai distributori o, ancora più, dai rivenditori».
Di Palmo ha ragione, infatti nessuno dei distributori che abbiamo
contattato ha intenzione di lavorare in modo indipendente su un’offerta congiunta,
«forse solo la Gdo o la Gds hanno le possibilità di farlo
– azzarda Di Palmo» impressione confermata dall’esempio
del bundle Toshiba/Vodafone di Media World.