È capacità dei big anticipare i segnali del mercato e coalizzarsi per farvi fronte. Presenti da sempre nel panorama informatico, le “unioni che fanno la forza” hanno avuto un’impennata nell’ultimo periodo. In particolare, Cisco ha chiamato a raccolta sul tema della sicurezza.
Sta tornando lepoca delle grandi alleanze nel fronte It. Alleanze che vedono in campo non le piccole realtà, che magari tentano di federarsi per fare fronte comune su un mercato competitivo, ma i grandi della tecnologia. Big che, al pari dei grandi del mondo che crearono con la Santa Alleanza uno strumento per motivare i loro interventi politici e militari, ora si uniscono per difendere il terreno tecnologico dalle insidie delleconomia mutevole.
Ultima, in ordine di tempo, lalleanza patrocinata da Eds, che ha annunciato uniniziativa che punta a farle riguadagnare terreno sul mercato dei servizi It. La società annaspa da tempo, alle prese con tagli di personale per tenere sotto controllo i conti. Ma Eds intende presidiare il campo nel modo migliore, rilanciando sul piatto un "carico da 11". Ecco allora nascere la Agility Alliance, che vede partecipare Cisco, Dell, Emc, Microsoft, Sun e Xerox, con cui Eds dovrebbe collaborare nellambito delle applicazioni, dei processi di business e nei mercati verticali. Non si tratta solo di un lavoro congiunto sulla scorta di commesse acquisite, ma anche di una relazione continua che comprende ricerca e gestione dellintero ciclo di vita del rapporto con i clienti. Le aziende che sono entrate a far parte dellalleanza da tempo hanno rapporti di collaborazione con Eds, il che conferma la sensazione che in questo mondo It i circoli virtuosi vengono coltivati.
Il programma Nac
Ma a tenere banco nellultimo periodo sono state le alleanze tessute sul comune denominatore della sicurezza, che, insieme allintegrazione infrastrutturale, alle business application e alla gestione del ciclo di vita dellinformazione in azienda è uno dei quattro pilastri dello sviluppo tecnologico attuale.
A fare da capofila alle principali alleanze in fatto di sicurezza cè la "regina delle reti". Cisco, infatti, ha fatto entrare nel vivo il proprio programma Nac (Network Admission Control), varato lo scorso giugno per arrivare alla costruzione di una rete che si auto-protegge, in base ai dettami dei principi dellautonomic computing (che stabiliscono gli automatismi con cui i dispositivi tengono sotto controllo il proprio stato di salute) con chiamate individuali ai big dellIt.
Cominciando con Computer Associates, che ha aderito al Nac rendendo compatibili agli specifici dettami tecnologici i propri tool eTrust PestPatrol Anti-Spyware ed eTrust Antivirus. Anche Ibm ha fatto un passo deciso verso il progetto di Cisco. Già sua partner, dallo scorso febbraio in fatto di sicurezza e da luglio in materia di VoIp, Ibm ora entra nel vivo del Nac e il destro per farlo glielo offre Tivoli Security Compliance Manager. Il tool aderisce ai principi del Nac, esaminando i dispositivi che si connettono alla rete per verificare che utilizzino le patch di sicurezza appropriate, abbiano lantivirus aggiornato e dispongano dei software di sicurezza richiesti. Nel caso siano rilevate anomalie, il tool di Ibm "obbliga" il dispositivo ad aggiornarsi sotto il profilo della sicurezza, pena lesclusione dal network, facendo gestire lupdate da Tivoli Provisioning Manager.
Poi è giunta la volta di Microsoft, che farà convergere verso il Nac la propria architettura Nap (Network Access Protection), per evitare problemi di interoperabilità alla sicurezza end-to-end. Per arrivare alla trasparenza delle strutture, però, sarà necessario attendere (pietra miliare della strategia Nap, infatti, è il futuro sistema operativo Longhorn Server). A corollario ci sono le partnership già esistenti in campo storage fra Emc e Dell, fra StorageTek e Hp, fra Hds e Sun, o quelle relative alle business application, fra Ibm e PeopleSoft (e Siebel), Business Objects e Teradata. Insomma, tutti nomi arcinoti.