Il più importante aggiornamento dell’application server da due anni a questa parte ha portato al rilascio della versione 6, molto attenta soprattutto alla business continuity, ma anche alla semplificazione del suo utilizzo, soprattutto nella versione “Express” per Pmi.
Il più importante upgrade degli ultimi due anni per WebSphere arriva in un momento di significativo dinamismo per gli application server. Ibm sembra aver messo qualche distanza fra sé e Bea, arrivando a detenere il 41,3% del mercato (secondo le proprie stime), ma ora sta avanzando imperiosamente JBoss, rivale open source che potrebbe nel medio termine rivelarsi una minaccia per la Numero Uno del mercato.
Al di là delle contromosse sui concorrenti vecchi e nuovi, WebSphere 6 rappresenta un affondo di Big Blue sui temi a lei più cari di questi tempi, a cominciare dalla strategia on demand, per arrivare al supporto di maggior potenza da abbinare alla ricerca di una più efficace semplicità duso. Il prodotto è stato così riveduto e corretto per gestire lesecuzione dei servizi Web, ma anche per assicurare il supporto di alti carichi di lavoro e di una ripresa delloperatività da incidenti più rapida possibile.
Una piattaforma per architetture orientate ai servizi
Secondo Gerald Karsenti, vice presidente WebSphere Emea di Ibm, la release 6 non va considerata come un semplice application server, ma come una vera e propria piattaforma per le architetture orientate ai servizi".
Perno di questa visione è la compatibilità con J2Ee 1.4, ma anche lintegrazione con le specifiche Ws-I Basic Profile e Ws-Transaction. WebSphere 6 possiede così, ormai, uninfrastruttura tecnica allargata, per implementare processi verticali sotto forma di Web service, anche se, per realizzare i collegamenti, occorrerà dotarsi della versione Business Integration. Peraltro, lintento di Big Blue è catturare linteresse che le aziende cominciano a mostrare per le architetture Soa, viste come strumenti per ridurre i costi di integrazione e costruire infrastrutture It più flessibili. Occorre però superare una diffidenza che fa leva anche sulla relativa immaturità dei prodotti oggi disponibili sul mercato.
Fra le novità, linterprete Soap è stato integralmente rivisto per consentire miglioramenti in velocità. WebSphere non si limita più, così, agli scambi Soap su Http, ma gestisce anche i trasferimenti di file Xml sul protocollo Jms. Sempre pensando alle prestazioni complessive, va segnalato che tutto il meccanismo di trasporto Jms è stato riscritto e integrato nel nucleo centrale. Anche il sistema di fault tolerance beneficia di nuovi dispositivi, realizzati per ridurre limpatto di un incidente su un server. Un servizio automatico di replica si occupa di salvaguardare i dati e le transazioni in corso in un altro nodo del cluster.
"È la prima volta – ha aggiunto Karsenti – che unapplicazione può rilevare un crash. Fino ad oggi, per recuperare loperatività occorrevano giorni, mentre ora possono bastare anche pochi secondi".
Per le piccole e medie realtà, Ibm intende proporre una versione "Express" di WebSphere, ancora più semplificata nella logica duso.
"Sappiamo che queste aziende – ha ripreso Karsenti – vogliono software che funzioni rapidamente e senza richiedere complicate procedure di implementazione. WebSphere Express agisce proprio in questo modo".
È chiaro che WebSphere 6 si rivolge soprattutto alla clientela Ibm di fascia superiore, avida di alta disponibilità e da mantenere fidelizzata, di fronte alle sirene dellopen source, che, come JBoss si presentano alla sfida non certo sprovvedute, come dimostra la certificazione J2Ee 1.4, che il rivale aveva già ottenuto. Il prodotto sarà disponibile a fine anno e sarà dunque nel 2005 che si potrà misurare limpatto su un mercato degli application server, che lo stesso Karsenti ha ammesso divenire "con il passare del tempo sempre più difficile".