Fatturato a quota 7,3 miliardi di dollari e utili netti pari a 1,9 miliardi, equivalenti a 0,55 dollari per azione, escludendo i costi legati alle acquisizioni avvenute nel periodo. Considerando, invece, le acquisizioni, i guadagni scendono a 1,46 mili …
Fatturato a quota 7,3 miliardi di dollari e utili netti pari a 1,9
miliardi, equivalenti a 0,55 dollari per azione, escludendo i costi legati
alle acquisizioni avvenute nel periodo. Considerando, invece, le
acquisizioni, i guadagni scendono a 1,46 miliardi di dollari, pari a 42
centesimi per azione.
Questi, in sintesi, i risultati fiscali di Intel nel terzo trimestre
fiscale, che rappresentano una crescita del 9% nelle entrate e del 21% nei
guadagni rispetto a quanto registrato nel corrispondente periodo del ’98.
Un bilancio che può sembrare positivo, quindi, a commento del quale Craig
Barrett, presidente e Ceo della società, ha affermato: "il business nel
settore microprocessori è stato florido, il fatturato è cresciuto e il
numero di unità vendute è aumentato notevolmente, fino a raggiungere un
nuovo record". Potrebbero non essere dello stesso parere, però, gli
analisti, che avevano pronosticato per il terzo trimestre utili pari a 57
centesimi per azione. Si tratta del secondo quarter consecutivo nel quale
il gigante dei chip delude, seppur lievemente, le aspettative. Come
"alibi", tuttavia, bisogna segnalare il continuo crollo dei prezzi dei chip
avvenuto nel periodo che, in particolare, ha causato margini sempre più
risicati sul fronte dei processori di classe Pentium.