Turnover in positivo per i negozi del fashion

Oltre 112mila aziende dedicate alla vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori. Cresce la concorrenza delle grandi superfici e del franchising

Gennaio 2005, Il rinomato buon gusto nel vestire degli italiani si
rispecchia, è il caso di dirlo, nella capillare presenza in tutto il
Bel Paese di negozi di abbigliamento, calzature e accessori, in una parola di
"moda". La crisi ha ovviamente investito anche questo settore: sono
numerosi i punti vendita che chiudono, ma sono quasi altrettanti quelli che
nascono. Anche i negozi del comparto moda subiscono spesso le stesse sorti degli
altri piccoli dettaglianti: i negozi nelle arterie commerciali chiudono per
lasciare posto a quelli nelle agorà del terzo millennio, gli amati e
odiati centri commerciali, nei quali, secondo i dati Fismo (Federazione italiana
settore moda), sugli 8.430 punti vendita presenti, 2.867 appartengono al comparto
moda. Secondo l’Osservatorio per il commercio, nel 2002 nel "dettaglio"
di abbigliamento e calzature vi sono state 9.600 nuove aperture, 9.400 esercizi
di vicinato con 70 metri quadri di superficie media, 188 esercizi di medie dimensioni
con superfici da 600 metri quadri e 15 grandi strutture da circa 1.400 mq di
superficie unitaria. Il settore, come si vede, è ancora caratterizzato
da piccole imprese, nonostante il fatto che tra il 1989 e il 1999 il negozio
indipendente abbia perso quasi il 20% di quota di mercato, a vantaggio della
grande distribuzione (passata dal 6 al 13 per cento) e delle catene di franchising.
La share di queste ultime è passata dal 4% del 1989 al 13% del 1999.

Le famiglie spendono mensilmente 144 euro
In vent’anni, dal 1980 al 2000, la spesa in abbigliamento e calzature
in Italia, sempre secondo i dati Fismo, è passata da 50 a 58 miliardi
di euro. Mensilmente le famiglie italiane spendono in media 144 euro per acquistare
scarpe e vestiti, un po’ di più nel Nord Est e al Sud (156-154
euro), un po’ meno nelle Isole (127 euro). Insomma, crisi o non crisi,
gli italiani continuano a vestirsi e anche se sono aumentati i frequentatori
dei mercati rionali, le vetrine che ci suggeriscono il look per la stagione
in corso o in arrivo continuano a luccicare. Secondo i dati forniti da Unioncamere,
alla data del 31 marzo 2004 risultano registrate 92.204 imprese di commercio
al dettaglio di abbigliamento (+2,79% rispetto alle 89.697 dello stesso periodo
del 2003), 2.331 imprese di commercio al dettaglio di accessori d’abbigliamento
(-1,89% rispetto alle 2.376 del 2003) e 18.107 imprese di commercio al dettaglio
di calzature e accessori (+0,29% rispetto alle 18.054 del 31 marzo 2003). In
tutto 112.642 realtà che per contrastare la concorrenza devono investire
in soluzioni It per raggiungere l’obiettivo più ambito, che non
è la vendita, bensì la fidelizzazione del cliente. Sì,
perché se anche un cliente entra in negozio e compra, non è detto
che ci torni. Ma se, per esempio, gli si chiede l’indirizzo e la data
di nascita, alla vigilia del suo compleanno gli si può spedire un biglietto
d’auguri con uno sconto da sfruttare al volo. Ecco quindi la necessità
di software che registrino i dati anagrafici del cliente da utilizzare per comunicazioni
personalizzate con stampa automatica delle etichette indirizzi; in grado di
codificare i clienti e assegnare gli sconti; stampare statistiche per cassa,
commesso, cliente, negozio, giorno, periodo ecc. È vero, però,
che il calo dei consumi ha spinto anche molti commercianti a ridurre al minimo
gli investimenti in tecnologia, per cui molti si sono fermati a quelli fatti
allo scoccare del 2000 e oggi si limitano a manutenere ciò che hanno
già in casa. Ma ormai sono ben pochi i dettaglianti che usano ancora
carta e penna per stornare un articolo e aggiornare il magazzino e fare l’inventario
e sapere quanti capi di quel colore, di quel modello e di quella taglia si hanno
ancora a disposizione. Sono tutte attività che un gestionale è
in grado di fare in tempo reale e senza approssimazioni. Parametri ancora più
sacrosanti in tempo di saldi o di promozioni, quando i cartellini si sdoppiano,
i clienti aumentano e il magazzino ha ritmi più accelerati, visto che,
secondo la Fismo, nel periodo delle vendite di fine stagione si concentra il
30% del fatturato annuo.

Dati variabili sotto controllo
Stagionalità, rotazione annuale delle scorte, rimanenze prima e dopo
i saldi, quantità vendute, assortimento, gestione dei resi, taglie e
colori sono quindi le voci che ogni dettagliante di abbigliamento e calzature
deve avere sempre sotto controllo. Semplicità di utilizzo e di installazione
sono le caratteristiche richieste in genere dai negozi più piccoli, nei
quali è il proprietario che spesso si deve occupare anche dell’aspetto
informatico senza avere competenze specifiche. Vpn e Lan sono invece alla base
delle soluzioni per le catene di negozi di proprietà o in franchising,
che richiedono un continuo flusso di dati tra la sede centrale e i singoli punti
vendita.

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