“Avr` la propria sede a Londra e sar` collegato via Internet con i Nasdaq tatunitense e asiatico il nuovo mercato “”high-tech”” europeo, che spera di attrarre soprattutto giovani societa in cerca di liquidit`.”
A coronamento di un’attività "non stop" che coinvolge l’intero Globo, il
Nasdaq, il mercato elettronico dei titoli statunitense in cui sono presenti
le società high-tech, arriverà nel Vecchio Continente. Il Nasdaq Europe
avrà la propria sede a Londra e offrirà agli investitori europei la
possibilità di collegarsi, via Internet, alle borse Nasdaq Usa e asiatica.
L’iniziativa ha già trovato l’appoggio di società del calibro della
francese Vivendi, dall’australiana News Corporation e della giapponese
Softbank. L’avvio delle attività, che sfrutteranno le tradizionali modalit
à
operative oltre all’electronic order book, è previsto per il quarto
trimestre del 2000.
Secondo il parere di Frank Zarb, alla guida della National Association of
Securities Dealers, "il Nasdaq Europe rappresenta un passo importante nella
creazione di un mercato dei titoli elettronici globale, a tutto vantaggio
delle compagnie e degli investitori nel mondo". L’apertura di un mercato
"gemello" in Giappone, pervista per il 2001, darebbe vita a un asse
virtuale New York-Londra-Tokyo attraverso il Globo. Se le aspettative sono
grandi e le implicazioni cruciali, non bisogna tuttavia sottovalutare
alcuni rischi che corrono le borse locali (come il neonato Nuovo Mercato
italiano). Il London Stock Exchange, per esempio, ha aperto i battenti del
proprio indice techMark giusto un giorno prima dell’annuncio in questione,
con la speranza di attirare le aziende con business tecnologico
distraendole dalle altre borse. Lo stesso Nasdaq ha però sottolineato che
i
due differenti "canali" potrebbero diventare partner piuttosto che rivali,
e ha rimarcato l’importanza che avrà questo nuovo mercato nel fornire
liquidità di capitali, soprattutto alle giovani aziende al proprio debutto
in borsa che cercano fondi freschi per espandersi in tempi brevi. Quanto ai
possibili conflitti con l’Easdaq, l’equivalente europeo del Nasdaq con sede
a Bruxelles, Zarb ha fatto capire, tra le righe, che non si escludono
eventuali fusioni, dato che "la cosa avrebbe senso".