Il produttore di Crm prevede un fatturato trimestrale assai ridimensionato. Si vocifera di una possibile acquisizione.
Siebel è alle prese con qualche difficoltà legata a un drastico ridimensionamento delle aspettative sulle entrate, tanto che in settimana il titolo, quotato al Nasdaq di New York, ha perso il 10% in un sol giorno.
Un warning lanciato dalla società per il trimestre chiuso a fine marzo prevede un fatturato assai ridimensionato, compreso tra 297 e 300 milioni di dollari, inferiore alle precedenti stime interne e anche alla cifra di 337,5 milioni prevista dagli analisti di Thomson First Call. Per le entrate relative alle sole licenze, tra l’altro, ora si stima un valore di 75 milioni, che sarebbe il peggior risultato dal 1998.
Il Ceo Mike Lawrie, alla guida della società da circa un anno, ha giustificato la situazione da un lato con la flessione della domanda e dall’altro con problemi interni di operatività, assicurando altresì il mercato sugli immediati provvedimenti che intende attuare per far fronte all’emergenza.
Gli analisti si interrogano, tuttavia, se le performance deludenti siano effettivamente legate a problemi interni o se, invece, siano i segnali di un mercato in cui Siebel, che di fatto il Crm lo ha inventato, non troverebbe più i propri spazi. Qualche osservatore, come l’analista Smith Barney, presagisce addirittura che il vendor sarà acquisito nel giro di un anno.