Una dynamic enterprise, secondo Idc, non può esimersi dal creare un substrato di applicazioni innovative basate su standard di servizi Web, che possono essere usati per facilitare l’attività dell’azienda. Le tecnologie, però, non si possono sostituire alle strategie del top management.
Li definiscono i nuovi abilitatori della dynamic enterprise, ma i concetti di Web service ed Eai (Enterprise application integration) sono ancora entità abbastanza astratte per molti It manager. Per colmare questa lacuna, Idc ha organizzato un convegno sul tema, in quanto ritiene che in realtà, dal suo osservatorio, il cambiamento in questa direzione sia già in atto presso le grandi aziende. Nel definire quali sono le prospettive di queste infrastrutture It e come possano supportare nuove logiche di business, Alessandro Lorenzelli, senior consultant di Idc Italia, nel suo intervento è partito con il chiarirne il concetto: "I Web service si riferiscono a un set di standard di programmazione, utilizzati per permettere a differenti software e applicazioni di parlare tra loro attraverso il protocollo Internet, senza intervento umano". Un mercato, quello dei Web service software, che secondo Idc, diventerà sempre più allettante, dal momento che prevede che a livello mondiale si passerà dagli attuali 3 miliardi di dollari a 11 nel 2008, con una crescita media annua del 58%.
Lobiettivo di questi servizi Web è quello di risolvere un problema dintegrazione "pesante" dei sistemi It, per costruire, attraverso approcci incrementali, una struttura più efficiente. Lo scenario attuale, come ha ricordato Lorenzelli, vede una complessità in aumento dellecosistema It. Inoltre, si è finalmente compreso che lazienda non è unisola, e che Internet è uno strumento fondamentale per aprirsi, per cui le imprese hanno bisogno di essere sempre più connesse sia al loro interno che verso lesterno.
È in questo contesto che i Cio sono chiamati ad affrontare le diverse sfide, legate a budget e costi da ridurre, alla sicurezza e alla difficoltà di dimostrare al top management il valore dellIt.
Inoltre, tutta lorganizzazione deve impegnarsi a capire meglio le esigenze dei clienti per rendere le operazioni aziendali molto più efficaci e mirate. Il che significa integrare e riorganizzare la struttura, renderla più flessibile, puntare sulle performance e avere una visione end-to-end.
Deve, quindi, imporsi il concetto di "impresa estesa", in grado di avviare un ciclo iterativo che le consenta di aumentare la capacità di risposta e di visibilità, di valutare quali rischi possono essere contenuti facendo certe mosse, di abbassare il Tco non solo sul fronte It ma anche sullazienda nel suo complesso. In definitiva, deve diventare più proattiva, abilitando le strategie di trasformazione. In questa fase, secondo Lorenzelli, i Web service e Soa (Service oriented architecture) possono essere di grande aiuto, ma la tecnologia da sola non può sostituirsi alle strategie.
I Web service e Soa si trovano esattamente al punto di intersezione tra business e tecnologia pura e permettono allazienda di adattarsi velocemente alle mutate condizioni di mercato, fornendo un "service pool" It adattivo e flessibile, ma soprattutto strettamente connesso alle richieste complessive del business. Nessuna soluzione It si può, dunque, sostituire alla capacità manageriale nel fare le strategie, però Web service, Soa ed Eai possono essere visti come gli strumenti abilitatori di strategie aziendali solide. I Web service, infatti, sono le componenti di architetture orientate ai servizi, che consentono una totale riusabilità degli asset It fondamentali dellazienda, per rispondere in modo agile ai diversi business model.
Per un Cio, tuttavia, lintroduzione di nuove metodologie allinterno di unIt consolidata, pone necessariamente degli interrogativi in termini di rischi e benefici. Ma va anche detto che se lecosistema It non si muove in direzione del supporto al business, accumula un ritardo strategico operativo difficile da colmare, per cui giocoforza, secondo Idc, i Cio sono costretti a prendere delle misure contingenti per limitare i rischi e proseguire nel processo evolutivo. In questo contesto, ha osservato Lorenzelli, sono legittime le osservazioni che possono essere mosse nelladozione di Web service. Riguardo al fatto che possano non essere considerati sicuri, il consiglio è di scegliere uno standard ed essere pronti allo switch; però la mancanza di standard specifici alimenta la complessità, per cui un approccio potrebbe essere quello di supportare standard multipli, nel breve termine. Però ladozione su questo fronte da parte dei partner è imprevedibile, per cui sarà necessario sviluppare un middleware robusto per "tradurre" diversi formati. In conclusione, il problema vero, secondo Lorenzelli, è che le società devono cercare di capire cosa vuol dire fare business nel 2005, tenendo presente che avere una struttura It frammentata e organizzata in silos, che tra loro non comunicano, significa anche avere una serie di inefficienze su più livelli. Invece, se lIt è integrata, si hanno benefici sugli stessi livelli, che si traducono in maggiori sinergie tra funzioni e aumento defficacia dei processi decisionali, in un impatto migliorativo sui flussi operativi, una migliore efficienza e produttività, un risparmio dei costi e unottimizzazione e integrazione dei Si, in definitiva si ottiene una maggior dinamicità.