Strumenti informatici per superare l’handicap

Le cifre sull’occupazione dei disabili mostrano che per migliorare la situazione c’è bisogno di nuove tecnologie abilitanti. E qualcosa si sta muovendo

Maggio 2005, Secondo i dati ufficiali in Italia i disabili in età
da lavoro sono mezzo milione, ma solo il 21% è realmente occupato. Ma
c’è un altro dato che salta all’occhio: la scollatura fra il sistema
legislativo, che con la legge Stanca, in favore dell’accesso agli strumenti
informatici da parte dei disabili, è all’avanguardia, rispetto alla sua
attuazione.
Le responsabilità sono da spartire: da una parte è necessario
un investimento delle aziende in infrastrutture accessibili a tutti e, nella
ricerca, con nuovi partner per realizzare in maniera industriale i prototipi
(fra le collaborazioni già esistenti con il Politecnico di Milano quella
con St Microelectronics). Ma, come afferma Roberto Polli, direttore
generale di Assolombarda, «il problema non può essere delegato
solo alle imprese»
. Il finanziamento pubblico non è così
presente in quest’ambito: la spesa sanitaria appare ridotta se paragonata ad
altri stati (8,4% del Pil, rispetto al 13% degli Stati Uniti). Solo nella provincia
di Bolzano è stata approvata una legge per aiutare le persone non autosufficienti,
e si sta tentando in tutti i modi di revocarla. Le iniziative in favore delle
persone diversamente abili sono sporadiche, per esempio, l’offerta di oltre
30 milioni di euro della Regione Lombardia, ma manca una politica strutturata
all’integrazione e all’aiuto di chi è disabile. Il telelavoro in Italia
è praticato da solo il 3,6% delle persone, percentuale fra le più
basse in Europa. Senza misure pratiche da parte delle istituzioni sarà
difficile che le opportunità per i disabili italiani siano le stesse
dei loro vicini europei.

Soluzioni alla mano
Per favorire l’integrazione delle persone diversamente abili nella vita attiva
è nato Dis…abilità, progetto a cui partecipano il dipartimento
di Bioingegneria del Politecnico di Milano, in collaborazione con Cefriel, centro
di eccellenza Ict del Politecnico di Milano, l’Istituto nazionale neurologico
"Besta" e l’associazione "La Nostra Famiglia". Fra le soluzioni
presentate spicca Whisper, uno strumento che permette la navigazione su Internet
senza toccare la tastiera, ma solo con il respiro. Si tratta di un dispositivo,
formato da una specie di cannuccia, che misura il flusso d’aria emesso e lo
codifica in una sorta di codice Morse (respiro lungo corrisponde alla linea,
respiro breve al pallino). I dati vengono tradotti in comandi eseguibili sul
computer. In questo modo l’utente è capace di navigare senza aiuti altrui.
All’interno del progetto inoltre sono stati avviati degli studi sulla Bci, Brain
computer interface, dove la comunicazione avviene attraverso elettrodi in grado
di tradurre la reazione cerebrale in comandi al computer. Sembrano dispositivi
fantascientifici, ma l’obiettivo di Dis…abilità è, nelle parole
di Giuseppe Andreoni del dipartimento di Biotecnologia, di
"lavorare al piano terra", fornendo strumenti che nella realtà
di tutti i giorni possano agevolare l’inserimento dei disabili a costi accessibili.
Il dispositivo con elettrodi, per esempio, se realizzato con economie di scala
in sistema wireless, sarebbe in vendita a un prezzo di 100-150 euro.
Un’altra offerta, sempre all’interno del progetto, è Harmonia,
una piattaforma software che sarà resa disponibile in open source per
permettere lo sviluppo automatico di applicazioni fruibili da disabili come,
per esempio, l’utilizzo dei siti interattivi della Pa. L’idea, finanziata
dal Fondo sociale europeo, nasce da una realtà allarmante: in Italia
solo il 3% dei siti Web è fruibile da disabili.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome