Microsoft imbocca con calma la strada verso i 64 bit

La casa di Redmond ha rilasciato da poco le versioni di Windows 2003 Server e Xp Professional, che supportano la nuova architettura per il mondo enterprise. La transizione non sarà immediata, anche per l’attuale carenza di applicativi nativi di nuova generazione.

Nel 1995, quando la larga diffusione del processore 80486 di Intel garantiva alla quasi totalità dei computer disponibili sul mercato di eseguire codice a 32 bit, la maggior parte di essi era però ancora ferma ai 16 bit del Dos e di Windows 3.1. Mancava un catalizzatore, un sistema operativo che favorisse la transizione architetturale, che non tardò ad arrivare con il lancio di Windows 95, il primo Os a 32 bit di massa. Oggi, a distanza di dieci anni, la storia sembra ripetersi. Lo scorso aprile, infatti, Microsoft ha annunciato il rilascio delle versioni x64 di Windows 2003 Server e di Xp Professional. Siamo di fronte a una nuova e importante transizione architetturale e la casa di Redmond non vuole certamente lasciarsi scappare quest’opportunità. La tecnologia a 64 bit (quella dei mainframe e dei processori Risc proprietari), finora è stata quasi esclusivamente appannaggio del mercato enterprise, l’unico in grado di potersi permettere gli investimenti necessari per implementare tali sistemi. Con l’avvento dei processori Itanium, però, i costi di accesso al computing a 64 bit si sono notevolmente ridotti. Tale abbassamento non si è, però, rivelato sufficiente per un riposizionamento sul mercato della nuova architettura.

Un ponte gettato verso i 64 bit


La vera novità è arrivata invece con la nuova tecnologia x86-64 disponibile sia sulle Cpu Intel Em64T sia sugli Opteron di Amd.


Secondo Microsoft, infatti, è questa la tecnologia che permetterà la vera transizione al computing a 64 bit ed è per questo motivo che la software house californiana sta investendo parecchio sulle proprie piattaforme X64. Con queste due nuove release, la casa di Redmond si pone l’obiettivo di gettare delle solide basi per garantire un passaggio più semplice e trasparente alla nuova tecnologia a 64 bit, assicurando piena compatibilità con l’odierna architettura a 32. Secondo Microsoft, molto probabilmente già a partire dal 2006, la quasi totalità dei nuovi server e delle workstation di fascia alta sarà a 64 bit ma, fino a quel momento, sarà necessario un anello di congiunzione, che permetta di combinare entrambe le architetture sullo stesso sistema. Per questo motivo, entrambe le release sono state realizzate a partire dal codice sorgente dei propri predecessori a 32 bit. Nello specifico, Xp Professional x64 Edition è stato sviluppato sulla Build 2600 del sorgente di Xp (la stessa su cui Ms ha sviluppato Xp stesso e il Sp2), mentre la versione x64 di 2003 Server, seguendo lo stesso criterio, poggia sul sorgente di Windows Server 2003. Il risultato di questa scelta architetturale, è Wow 64 (Windows on Windows 64), una feature che permetterà di far girare le proprie applicazioni a 32 bit in maniera più performante, traendo vantaggio dalle nuove risorse, in termini di memoria per singolo processo e velocità di calcolo, apportate dalla tecnologia x64. In molti casi, a causa del differente modello di memoria, o delle dimensioni dei tipi di dato, il processo di conversione degli applicativi da 16 a 32 bit si è rivelato piuttosto complesso. Questa transizione invece, assicurano in Microsoft, sarà caratterizzata dalla semplicità del porting che, nella maggior parte dei casi, potrà risolversi in una semplice ricompilazione degli applicativi. Inoltre, sempre all’insegna della compatibilità (che sembra essere la parola d’ordine della software house), le versioni x64 degli Os di Redmond supporteranno sia la tecnologia Em64T (Extended memory 64 Technology) di Intel sia la Opteron di Amd, fornendo così agli sviluppatori un’unica piattaforma su cui lavorare indipendentemente dal processore x64 che la macchina avrà a bordo.

Le nuove risorse


Se nel passaggio dai 16 ai 32 bit la grande novità era rappresentata dal concetto di multitasking, ovvero dalla possibilità di aprire contemporaneamente, ad esempio, un foglio di lavoro di Excel e un wordprocessor, l’innovazione tecnologica che caratterizza la transizione al 64 bit risiede nella maggior disponibilità di memoria. In molti casi infatti, la capacità computazionale dei processori a 32 bit risulta limitata dalla quantità di memoria (sia essa fisica o virtuale) che il singolo applicativo è in grado di indirizzare. Con l’architettura a 64 bit, tale disponibilità aumenta esponenzialmente: lo spazio di indirizzamento virtuale passa dall’attuale limite di 4 Gb a 16 Tb e la cache di sistema da 1 Gb, garantita dalle odierne Cpu a 32 bit, salta all’ordine di grandezza superiore del terabyte. Per quanto concerne la memoria fisica supportata dall’Os, il salto è parimenti notevole: per Xp Professional e Windows 2003 Standard Edition si passerà dagli attuali 4 ai 32 Gb della versione x64, mentre per le versioni Enterprise e Datacenter di Windows 2003 Server sarà possibile installare fino a 1 Tb di Ram, contro i 64 Gb oggi supportati.


Data l’attuale carenza di applicativi a 64 bit nativi, soprattutto in ambiente desktop, questi prodotti oggi cattureranno principalmente l’attenzione del mercato business. Settori verticali come il manifatturiero, l’engineering, la sanità o la Pubblica amministrazione, caratterizzati da una sempre più stringente necessità di capacità computazionale (in ordine alla grande quantità di dati che si trovano a dover gestire), troveranno sicuramente appetibili le nuove release di Redmond.

I problemi sul campo


Come è avvenuto in passato per la transizione ai 32 bit, quello di cui stiamo discutendo non sarà certamente un passaggio immediato. I problemi da considerare non sono pochi, primo fra tutti quello dei driver, in relazione al fatto che quelli oggi sono utilizzati nel mondo dei 32 bit non sono compatibili con la nuova generazione di Cpu. Redmond ha recentemente dichiarato di averne già pronti circa 16.000 ma, vista l’attenzione che Microsoft pone su questo tema, è lecito pensare che non li consideri sufficienti. Inoltre, un aspetto ulteriore da non sottovalutare è la recente dichiarazione della software house in merito alla disponibilità di una versione a 32 bit del tanto atteso sistema operativo Longhorn, dichiarazione che lascia intendere il lungo respiro del processo transi-torio.

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