La convergenza fisso-mobile muove i primi passi

Bt lancia il servizio in Inghilterra, Nokia ne fa una priorità strategica. La telefonia cellulare è destinata a integrarsi sempre di più con quella tradizionale. E non solo sulle infrastrutture di rete.

Prima o poi doveva succedere: il telefono cellulare e quello fisso hanno smesso di essere due entità separate. Ci ha pensato Bt, in Inghilterra, a dare il via a una giostra che è destinata a non fermarsi, quella dell’integrazione fisso-mobile. Non solo sulle infrastrutture di rete, già da tempo condivise dai due mondi.


Bt ha lanciato il primo servizio che permette a un telefono cellulare (sviluppato ad hoc) di agganciarsi alla rete dell’operatore mobile, come di norma, quando si è in movimento, e di funzionare come un cordless, via Bluetooth, quando si è a casa o in ufficio. Una novità che, innanzitutto, farà risparmiare: oggi il 30% delle telefonate da cellulare sono effettuate da casa. E il traffico voce su rete mobile è in continua crescita.


Il sasso è lanciato, ma siamo appena all’inizio. Le tecnologie ci sono: Wi-Fi, Bluetooth, Gsm/Gprs e Umts possono essere combinate in vari modi, per dar vita a servizi nuovi, più semplici da utilizzare e più convenienti, per trasportare non solo la voce ma anche le connessioni a Internet a larga banda.


Il punto critico, qui, è la fatturazione: sono necessari accordi bilaterali fra gli operatori coinvolti, spesso in concorrenza fra di loro, e sistemi che consentano il roaming senza che l’utente debba affrontare complicanze tecnologiche. L’obiettivo, per dirla all’anglossassone, è la seamless mobilty.


Anche Nokia ha indicato l’integrazione con i centralini aziendali fra le priorità strategiche per i mesi a venire. Secondo Scott Cooper, vice president del colosso finlandese, oggi tutti hanno un telefono sulla scrivania, mentre la penetrazione dei telefoni cellulari è del 50%, il che significa che una persona su due li utilizza entrambi. Ma il risparmio non è una priorità per i dipendenti. Quindi, quando si ha urgenza di contattare una persona, la si chiama direttamente sul telefonino, anche se ci si trova all’interno dello stesso edificio.

I costi si riducono


Secondo Cooper, si dovrebbe eliminare questo spreco integrando i due sistemi, comprimendo i costi di telefonia fissa e fornendo un solo telefono alle persone, secondo la stessa filosofia messa in pratica da Bt. Sfruttando le tecniche di least cost routing e ottimizzando l’infrastruttura telefonica, si otterrebbe, secondo il manager di Nokia, un risparmio di circa il 30%.


Il servizio lanciato da Bt, chiamato Fusion, funziona grazie a un access point installato in casa, che utilizza tecnologia wireless Bluetooth per trasferire il segnale dal terminale senza interruzioni alla linea a banda larga. L’access point lavora anche come wireless router, consentendo all’utente di connettere pc portatili o smart phone in modalità wireless con tecnologia Wi-Fi. Fusion utilizza una tecnologia chiamata Uma (Unlicensed mobile access) sviluppata a questo scopo da Bt in collaborazione con Alcatel, Ericsson e Motorola. Tutte le chiamate da cellulare fatte da casa sfruttano la rete fissa a banda larga presente nella abitazione, permettendo all’utente di chiamare da cellulare (fornito da Motorola), e di contare sull’elevato livello qualitativo della fonia fissa, senza preoccuparsi di perdere il segnale o delle cadute di linea. Bt Fusion parte con circa 400 clienti pilota, mentre, a partire da settembre, il servizio sarà disponibile in tutta la Gran Bretagna. È già prevista, per il futuro, la migrazione ai telefoni Wi-Fi, che saranno forniti anche da Nokia e Samsung.

Dal consumer al business


"Difficile prevedere quando il servizio Bt Fusion potrà essere disponibile in Italia – ha dichiarato a Linea Edp Corrado Sciolla, amministratore delegato di Bt Albacom – in quanto l’attuale tecnologia ben si adatta a una utenza di tipo residenziale, come quella a cui si rivolge sul mercato britannico, mentre ha necessità di un ulteriore sviluppo nel momento in cui il servizio si debba rivolgere a una utenza business. Mi auguro che lo sviluppo tecnologico possa procedere rapidamente, così che Bt Albacom possa essere in grado quanto prima di offrire un analogo servizio alle imprese italiane".


In effetti, lo sviluppo procede. Esiste anche un apposito gruppo di lavoro, la Fixed Mobile Convergence Alliance (Fmca), associazione di operatori di Tlc nata per iniziativa di Bt circa un anno fa e che attualmente conta 18 membri, per un totale di 300 milioni di clienti rappresentati.

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