Nec al lavoro per il passaporto elettronico. Nel mirino non ci sono solo gli altri produttori, ma soprattutto i system integrator e gli operatori di fascia alta che parlano la stessa lingua dei clienti
Appurato che la strada per vendere It alle Forze dell’ordine transita
per bandi di gara e commesse pubbliche, la via intrapresa dai vendor (nostrani
e non) passa spesso attraverso partnership importanti. Con system integrator
e operatori di fascia alta in primis.
Ne sa qualcosa Nec che, inaugurata di recente una divisione dedicata alla
sicurezza, è ora in cerca di alleati in grado di promuovere soluzioni
come Afis21, dove la sigla citata sta per Automated fingerprinted identification
system. Un sistema proprietario che, con in ballo la realizzazione in
Italia del nuovo passaporto elettronico (che al proprio interno dovrà
contenere un chip con i dati biometrici del viso e delle impronte digitali
della persona a cui appartiene), ha tutto l’interesse a candidarsi
per un’eventuale commessa.
«Quando la fase di sperimentazione sarà conclusa e ai
vendor sarà permesso di mettere sul piatto dell’offerta la propria
proposta tecnologica – ci ha spiegato Antonio Zulianello, a capo
della Nec Security Solution Division e di tutto quello che concerne il
mondo periferiche e It del produttore nipponico – presenteremo una
soluzione comprensiva dell’hardware dedicato all’acquisizione e alla lettura
dei dati contenuti sul passaporto».
E se l’avere fra le mani un sistema altamente affidabile e in grado di
produrre il più basso indice di errori è la conditio sine
qua non per operare sul mercato, l’altra leva potrebbe essere proprio
quella di stringere alleanze con operatori di un certo calibro. «Esattamente
quello che stiamo facendo all’interno della divisione dedicata alla sicurezza,
che abbiamo costituito nella primavera dello scorso anno» ha
affermato il nostro interlocutore. «Da una parte – ha continuato
il manager –, stiamo verificando la possibilità di collaborare
con alcuni integratori di fascia alta (è ancora presto per fare
dei nomi – ndr), dall’altra ci stiamo muovendo tramite canali
di conoscenza e di consulenza all’interno del ministero dell’Interno e
delle varie associazioni cui fanno a capo le Forze dell’ordine, non solo
del nostro Paese».
Non a caso, le soluzioni Nec dedicate a questo specifico mercato sono
già in uso, per esempio, nei dipartimenti di Polizia di ventisei
Stati americani, o presso lo Stato del Sudafrica, dove al produttore è
stato commissionato un sistema di registrazione delle carte d’identità
elettroniche che memorizza e gestisce i dati di oltre quarantatré
milioni di cittadini.
A seconda dei contatti sviluppati nei vari territori con i diversi integratori
di sistema può, infatti, capitare che una commessa possa essere
vinta da un vendor, piuttosto che da un suo competitor, anche privo di
una filiale diretta sul territorio nel quale si trova a gareggiare. E
giusto per ricordarsi che anche in questo mercato occorre tenere da conto
la capacità di spesa dei clienti, Nec ha pensato di proporre un’altra
soluzione che, basata su piattaforma Windows, permette anche ai Governi
dei Paesi di piccole dimensioni, e alle organizzazioni con più
ridotti budget, di dotarsi di sistemi per l’identificazione e lo
storaggio delle impronte digitali. Ampliando, così, il ventaglio
d’offerta dei partner.