L’associazione si propone di studiare da vicino anche pharming e crimeware.
L’Anti-Phishing Working Group ha reso nota l’intenzione di ampliare il
proprio raggio di azione e di intervento, con l’obiettivo di estendere la
copertura anche a pharming e crimeware.
Secondo l’associazione, se nei
confronti del phishing si comincia a registrare un certo contenimento del
fenomeno, tanto che nel mese di giugno gli attacchi sono cresciuti di un modesto
0,5% rispetto al mese precedente, per le altre minacce si parla quasi di
esplosione, con crescite del 6% mese su mese per il pharming e del 95% per il
crimeware.
Sono dati che fanno in qualche modo presagire che, nell’arco di
qualche trimestre, il phishing sarà un fenomeno quasi obsoleto, mentre le altre
minacce potrebbero prendere il sopravvento.
Da qui la necessità di una azione
preventiva che studi fin da subito i fenomeni cercando tutti i possibili
rimedi.
Importante la distinzione “tecnica” su ciascuno dei tre
fenomeni.
Di phishing si parla in presenza di e-mail fasulle, che invitano i
destinatari a condividere informazioni personali come password o numero di carta
di credito.
Con il pharming, gli utenti vengono reindirizzati verso siti Web
che hanno solo l’aspetto dei siti legittimi, ma che in realtà servono per
scaricare dei keylogger, con i quali è poi possibile carpire dati
personali o informazioni riservate.
Infine, con il crimeware si
intendono spyware progettati con l’intento di rubare le identità invece che
semplicemente monitorare il comportamento dell’utente.
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