Microsoft rialza la testa

Sentenza Doj, cambio al vertice e merge Aol Time Warner potrebbero aver dato un’impressione di debolezza che Microsoft ha subito provveduto af ugare. Da un lato arriva l’ennesima chiusura record di bilancio, al di la delle aspettative degli analisti.

Microsoft non smette di conquistare le prime pagine ma, a pochi giorni
dall’annuncio del parziale ritiro di Bill Gates, questa volta a tenere
banco sono i buoni risultati finanziari e una risposta "forte" alla accuse
di monopolismo propugnate dal Dipartimento Usa di giustizia.
Partendo dal bilancio, si notano, ancora una volta i di profitti molto
consistenti (2,4 miliardi di dollari), nettamente superiori alle
previsioni. Il secondo trimestre è stato chiuso con un fatturato di 6,11
miliardi di dollari contro i 5,2 dello stesso periodo del 1998. In termini
azionari il guadagno è di 47 centesimi per titolo: anche considerando i
costi legati alle attività legali per gli accordi extragiudiziali con
Caldera, raggiunti recentemente, il margine di guadagno netto è di 47
cent,. Gli analisti di First Call ne avevano calcolati 42.
Insomma, la macchina da soldi di Redmond non si ferma nemmeno quando mezzo
mondo discute sulle possibili conseguenze della formalizzazione delle
accuse di comportamento anti-concorrenziale. Con tutto questo, il nuovo
Chief financial officer John Connors preferisce essere prudente, invitando
tutti alla cautela sulle prossime vendite di prodotti sul mercato business,
che secondo il Cfo, potrebbero rivelarsi piuttosto lente. Microsoft ha
appena chiuso un anno ricco di colpi di scena, non sempre così positivi.
Oltre al lungo scontro nel tribunale presieduto dal giudice Jackson c’è
stato il fattore Linux, che ha mietuto molti successi proprio nel terreno
di scontro diretto con la piattaforma Windows Nt. Deludenti sono stati i
risultati delle campagne mirate a conquistarsi uno spazio nei nascenti
mercati dei dispositivi palmari e dei set-top box. Solo a gennaio, infine,
Microsoft ha chiuso il capitolo Caldera, l’azienda che aveva lanciato
pesanti accuse di pratiche scorrette in relazione al sistema operativo
Dr-Dos, un clone del Dos che Caldera aveva acquistato da Novell (a sua
volta acquirente del prodotto sviluppato da Digital Research) nell’ormai
lontano 1996.
Eppure i commentatori si dicono ottimisti sullo stato di salute
dell’industria del pc in generale, che per il mese prossimo si prepara ad
accogliere il nuovo Windows 2000, il sistema aziendale successore di Nt che
verrà preinstallato su molte macchine ancor prima della presentazione
ufficiale fissata a San Francisco.
Intanto, Microsoft ha deciso di rispedire al mittente le accuse di
monopolismo, inviando al Governo federale un lungo documento nel quale si
sostiene, in sostanza, che la posizione di leadership è stata conquistata
con la tecnologie e il duro lavoro, anziché con pratiche di business
anticoncorrenziali. Sul principale elemento di contesa, ovvero il bundle
fra sistema operativo Windows e browser Internet Explorer, viene citata una
sentenza della corte d’appello federale, pronunciata nel 1998 e che
evidenziava soprattutto vantaggi per gli utenti. Secondo l’accusa,
l’operazione avrebbe avuto lo scopo di danneggiare Netscape, ma i legali di
Redmond sottolineano come il rivale abbia tuttora oltre il 40% del mercato.
Sui sistemi operativi, Microsoft sostiene che, pur detenendo oltre il 90%
del mercato, non esistono prove che vengano praticate restrittive
all’ingresso o pressioni sui prezzi. Il documento arriva mentre un giudice
federale di Chicago sta ancora cercando una soluzione mediata fra le parti.
Le argomentazioni definitive, necessarie per le successive fasi di
giudizio, saranno presentate entro il 22 febbraio prossimo.

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