Molti la considerano la risposta europea all’accordo Aol/Time Warner anche se a ben guardare quello annunciato nel fine settimana da Vodafone e Vivendi è un accordo meno impegnativo dal punto di vista finanziario e privo delle componenti "m …
Molti la considerano la risposta europea all’accordo Aol/Time Warner anche
se a ben guardare quello annunciato nel fine settimana da Vodafone e
Vivendi è un accordo meno impegnativo dal punto di vista finanziario e
privo delle componenti "mediatiche" che connotano l’unicità della nuova
America Online. Si tratta comunque di una novità di grande rilievo: Vivend
i
e Vodafone collaboreranno in modo paritetico allo sviluppo di un portale
Web su scala europea, cercando di sfruttare le specificità e le competenze
di un binomio che controlla canali di telecomunicazione su e senza cavo e
reti di distribuzione multimediali, inclusa la paytv Canal Plus. Secondo
Chris Gent, il Ceo di Vodafone che in questo momento sta giocando con
Mannesmann una partita molto difficile per la creazione di un colosso
europeo della telefonia mobile, l’accordo con Vivendi si inquadra alla
perfezione in una strategia che oltre ai canali di accesso è ovviamente
interessata allo sviluppo di contenuti e servizi. In Francia, Vivendi
controlla anche Cegetel, cioè Sfr, il secondo operatore mobile francese, e
in caso di accordo tra Vodafone e Mannesmann potrebbe conquistare
un’ulteriore quota del 7,5 percento, oggi in mano tedesca.
La lettera di intenti firmata oggi dalle "due V" punta a definire un
contratto per lo sviluppo di un portale multiaccesso e multilingue, che
vada a interfacciarsi con la piattaforma Internet globale facente capo a
Vodafone. Il contratto dovrebbe essere stipulato entro il prossimo 30
giugno. Che cosa vuole dire "multiaccesso"? E’ il modello adottato da
Omnitel per il suo 2000: il portale Vivendi-Vodafone sarà consultabile non
soltanto attraverso il personal computer ma anche con un semplice
telefonino e con i set-top box televisivi. Ma c’è dell’altro.
Nel corso della settimana precedente, il titolo Vivendi ha guadagnato in
Borsa quasi il 20 percento grazie ai rumori che cominciavano già a dare pe
r
spacciata l’ipotesi secondo cui Vivendi avrebbe potuto essere il cavaliere
bianco accorso in difesa di Mannesmann. La comunità finanziaria aveva
annusato aria di accordo franco-britannico (in effetti si parlava di
Vodafone o di British Telecom). E’ stato riferito che la nuova joint
venture dovrebbe anche impegnarsi sul fronte degli investimenti nel
nascente mercato della "wireless Internet" con la partecipazione dei
giapponesi di SoftBank. Il fondo vedrebbe una quota dell’80 percento in
mano a Vivendi e Vodafone, con il restante 20 controllato da SoftBank.