Icann smentisce. Tutto un equivoco, nato sui domini di secondo livello e sulla possibilità di utilizzare caratteri diversi.
Il binomio Cina-Internet crea sempre un po’ di preoccupazione, considerati
tutti i risvolti e tutte le implicazioni in ateria di libertà d’opinione e di
libera circolazione delle informazioni.
Così ha destato scalpore nella
giornata di ieri la notizia che il Minitsero dell’Industria dell informazione
cinese, che sovrintende anche alle attività sul Web, aveva varato nuovi domini
top-level, togliendoli di fatto dalla supervisione dell’Icann.
La notizia
parlava di tre Tld corrispondenti agli attuali domini .com, .net e .china e
scritti in caratteri cinesi.
La notizia è però stata smentita dalla
stessa Icann dopo aver consultato il Chinese Internet Network Information Center
(CNNIC), che ha in gestione il dominio .cn.
Si sarebbe trattato di un
equivoco.
Al momento tutti i Tld sono scritti in caratteri romani, anche se
Icann da tempo sta lavorando all’introduzione di caratteri diversi, cinese
incluso.
Diverso è il caso dei domini di secondo livello, per i quali
l’utilizzo di set di caratteri diversi è già possibile.
Ed è questo quanto
avvenuto in Cina.
esistono, va precisato, alcuni domini che già sembrano avere una terminazione
in cinese, ma che sono e restano ancora sotto il controllo dell’Icann: si tratta
di un semplice plug-in nel bworser che tronca l’ultima parte
dell’indirizzo.