L’analisi di Webroot. Un’azienda su due è stata colpita l’anno scorso. E i malware continuano a evolvere
Il 2005 è stato l’anno peggiore per quanto
riguarda la diffusione di spyware, e nei prossimi anni il fenomeno
è inevitabilmente destinato a crescere, con minacce sempre nuove e sofisticate.
Webroot ha contato, lo scorso anno, più di 400.000
siti Web distributori di spyware sconosciuti, e ha constatato che più
del 50% delle aziende è stata oggetto di attacco.
Maggiore danno è stato causato proprio alle grandi società,
anche se soltanto1 su 5, in realtà, rende pubblico
l’attacco. Gerhard Eschelbeck, senior VP of engineering di Webroot,
ha constatato che le chiamate effettuate alle società di assistenza sono, tra
il 20 e il 50% dei casi, dovute a problemi di spyware. Nel migliore dei casi
lo spyware attacca la privacy e l’usabilità; nel peggiore, invece, ruba dati
sensibili con scopi fraudolenti.
Tra i programmi spyware che hanno preso di mira le imprese, i trojan
sono cresciuti del 9% tra il 2004 e il 2005, mentre i system
monitor hanno avuto un incremento di più del 50%.
Le infezioni totali sono cresciute dal 7 all’11%,
e tra i desktop se ne contano infettati circa l’80%.
Per quanto riguarda il problema spyware nel “mobile” è difficile
individuare una soluzione unica, in quanto le piattaforme e i sistemi utilizzati
sono vari, a differenza dei desktop che utilizzano il sistema operativo Windows.
Si è assistito a una progressiva evoluzione del malware: dall’hacking
e i virus, negli anni ’80, fino allo spam
con le e-mail, negli anni ’90, e agli spyware tramite browser,
nel 2000. I cookies rappresentano la forma più “easy” di spyware,
che diventa più sofisticata quando si passa ad adware, e trojan.
Cina, Polonia, Olanda e Stati Uniti sono attualmente i paesi principali distributori
di spyware; e la stima del valore di tale mercato per il 2007
è pari a 1 miliardo di dollari.