Nasce un nuovo gigante della consulenza informatica e di management. Sarail gruppo francese ad assorbire quello americano, che cede solo la partestrettamente di consulting. La transazione ha un valore di 11,5 miliardi dieuro.
Concludendo negoziati in corso da qualche mese, Cap Gemini ed Ernst & Young
si sono accordate per fondere le rispettive attività di consulenza. Di
fatto, sarà il gruppo francese a rilevare questa branca di business della
società americana, che ha interessi su altri fronti, come l’auditing
finanziario o la consulenza fiscale. L’ammontare della transazione è stato
stimato in circa 11,5 miliardi di euro, che si otterranno essenzialmente
attraverso un aumento di capitale. L’attività italiana di Ernst & Young
è
coinvolta fin dall’inizio nell’operazione, assieme a quelle di altri paesi,
come Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Francia e Spagna.
Cap Gemini, però, ottiene in questo modo soprattutto una nuova visibilit
à
sul mercato nordamericano, dove sin qui si era fatta conoscere, a detta
degli esperti, solo per il supporto al problema dell’Anno 2000 e, dunque,
aveva un’immagine di basso profilo. Complessivamente, l’azienda si
arricchisce di circa 18mila consulenti, per un giro d’affari di 3,5
miliardi di dollari. Un certo rafforzamento è previsto anche in Germania e
a ciò si aggiunge un’immagine e-business più forte.
Per l’ufficializzazione del merge, occorre ora attendere l’approvazione
prima dei soci di Ernst & Young (già espressisi alla spicciolata in modo
favorevole, perché più interessati ad altri rami di business) e poi degl
i
azionisti di Cap Gemini. Il presidente del gruppo francese, Paul Hermelin,
aveva, a fine gennaio, confermato l’esistenza di trattative, ma non si
attendeva un risultato concreto prima della fine del semestre. I negoziati,
dunque, hanno subìto nelle ultime settimane un’accelerazione imprevista.
Ora, secondo Hermelin, nascerà una realtà da oltre 50 miliardi di franch
i
(un po’ meno di 15mila miliardi di lire) di giro d’affari, con un terzo del
peso negli Stati Uniti.
Questa operazione è l’ultima di una serie che ha interessato il cosiddetto
gruppo delle Big Five della consulenza, tutte più o meno impegnate a
sviluppare strategie per l’e-commerce e a competere con nuove entità
medio-piccole sorte sull’onda della diffusione di Internet e lì
focalizzate. La stessa Ernst & Young aveva già tagliato 400 posti di lavor
o
nel ramo consulenza e di recente ha fatto altrettanto (350 posti) anche
Kpmg. PriceWaterhouseCoopers ha eliminato lo scorso anno addirittura mille
persone nell’amministrazione e nel supporto interno. Quest’ultima, secondo
gli analisti, potrebbe a propria volta vendere le attività di consulting a
Ibm o altra azienda. In generale, l’auditing finanziario appare sempre meno
compatibile con la consulenza: quest’ultima, meno regolamentata, richiede
anche considerevoli investimenti per tenere il passo sul fronte del
commercio eletronico.