L’osservatorio di NetConsulting stima un costo fra i 42 e i 70 miliardi di euro per la mancata adozione delle procedure online
La paperless company è ancora un sogno. Che, secondo l’osservatorio sul
documento digitale di NetConsulting realizzato per conto di InfoCamere, costa al
sistema Paese una cifra fra i 42 e i 70 miliardi di euro l’anno “a seconda che si considerino unicamente i documenti contabili-amministrativi o si allarghi l’ambito di riferimento a tutte le tipologie di documenti gestite”. Eppure, “l’adozione
su larga scala di tutte le tipologie di documento digitale regolamentate dalla
normativa e previste dal Codice dell’amministrazione digitale porterebbe a un
risparmio complessivo di circa 16 miliardi di euro”.
Ottimizzazione dei processi,
riduzione costi e miglioramento dell’efficienza, sicurezza e protezione del
patrimonio informativo, adempimenti a vincoli normativi e miglioramento del
servizio al cliente sono i principali stimoli per le imprese verso il documento
digitale la cui adozione è però ostacolata dalla cultura aziendale, costi,
vincoli organizzativi, incertezza normativa, la gestione del pregresso e la
scarsa conoscenza dell’offerta.
I processi core specifici di ciascuna
azienda, gli acquisti e il ciclo passivo e l’amministrazione sono la
aree considerate maggiormente critiche per quanto riguarda l’adozione del
documento online. Proprio queste aree, però, sono quelle sulle quali si sono
concentrati i progetti conclusi o in corso rilevati dall’indagine di
NetConsulting secondo la quale si nota però la mancanza di un approccio
strutturato all’analisi delle possibili opportunità di riduzione dei flussi
cartacei. Più del 50% delle imprese non prevede infatti di mappare i principali
processi aziendali, identificare quelli dove la presenza di flussi documentali
cartacei è maggiore, verificare la possibilità di sostituzione dei documenti
cartacei con quelli digitali ed effettuare un’analisi dei costi benefici
derivanti dalla sostituzione.